Il governo guidato da Giorgia Meloni, con il supporto del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha chiarito che la nuova legge di bilancio dovrà rispettare i parametri europei, senza generare nuovo deficit e diversi bonus e Carte sono a rischio per il 2025. La manovra, che si aggira tra i 23 e i 25 miliardi di euro, sarà centrata principalmente sul sostegno alle famiglie e ai soggetti più fragili, con un’attenzione particolare ai bonus e alle agevolazioni mirate fino al 2025.
Una delle priorità del governo sarà il rafforzamento delle misure per sostenere la natalità. In particolare, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha sottolineato l’importanza di favorire le famiglie attraverso due possibili opzioni: da una parte, si pensa di potenziare l’assegno unico per i figli, già attivo come misura universale; dall’altra, si valuta l’introduzione di detrazioni fiscali specifiche per i figli, soprattutto per quelli di età inferiore ai 21 anni. Questo pacchetto di misure, stimato tra i 5 e i 6 miliardi di euro, si propone di incentivare la natalità e migliorare il sostegno economico alle famiglie. In questo contesto però si procede per il 2025 al taglio di Bonus e Carte Spesa.
Oltre alle misure per le famiglie, il governo sta valutando una razionalizzazione dei bonus attualmente disponibili. Alcuni, come il bonus mobili e il bonus decoder, rischiano di non essere riproposti nella manovra per il 2025, poiché considerati meno prioritari. Al contrario, altre agevolazioni, come il bonus ristrutturazione, potrebbero subire una riduzione, passando dall’attuale 50% al 36%. Un’attenzione particolare è riservata al bonus psicologo, il cui rinnovo sembra trovare un ampio consenso in Parlamento.
Anche le carte come la Carta Cultura e la Carta “Dedicata a te”, che offrono sostegno economico e culturale, potrebbero subire delle modifiche nel 2025 così come per altri Bonus. Il governo punta a concentrare le risorse su misure più efficaci e mirate, riducendo quelle soggette a potenziali abusi o che presentano un utilizzo meno ampio rispetto ad altre.
Infine, una riforma importante riguarda l’età pensionabile nel settore pubblico. Attualmente, la Pubblica Amministrazione può mandare in pensione un dipendente che ha raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi) al compimento dei 65 anni. Il governo sta considerando di allineare questo limite al settore privato, spostandolo a 67 anni. Questo permetterebbe ai lavoratori, sia pubblici che privati, di continuare a lavorare anche oltre i requisiti minimi, senza la necessità di ottenere l’approvazione dell’azienda o dell’amministrazione.
La legge di bilancio 2024 del governo Meloni si concentrerà sul sostegno diretto alle famiglie e sui soggetti più vulnerabili, attraverso misure mirate come l’assegno unico e le detrazioni fiscali per i figli. La revisione dei bonus e delle carte in vista del 2025 riflette la volontà di razionalizzare le risorse, puntando su interventi che garantiscano maggiore efficacia e inclusività.