Ieri sera la Vela Celeste di Scampia ha scritto un altro tragico capitolo nella storia di Napoli. Il crollo di un ballatoio ha strappato la vita a due giovani e ha ferito tredici persone, tra cui due bambine che lottano tra la vita e la morte. Questo ennesimo dramma ci costringe a riflettere sul simbolo di dolore e degrado che le Vele rappresentano da decenni per la nostra città.
Le Vele non hanno mai generato nulla di buono. Fin dalla loro costruzione, queste mastodontiche strutture sono diventate l’emblema del fallimento urbano e sociale. Non sono solo edifici, ma veri e propri mostri di cemento che hanno intrappolato migliaia di persone in un inferno di criminalità e disperazione. Le Vele hanno ospitato il più grande supermarket della droga in Europa, terreno fertile per la camorra che ha versato sangue innocente e non, trasformando queste strutture in un simbolo di paura e sottomissione.
E ora, in una caldissima serata estiva, il dolore si è manifestato brutalmente, quando un gruppo di famiglie e amici cercava un po’ di refrigerio su quel ballatoio maledetto. Un luogo che doveva essere sicuro si è trasformato in un teatro di morte. Il dolore della brava gente, di coloro che hanno cercato di vivere una vita onesta nonostante tutto, è purtroppo venuto fuori in maniera visibile. Per troppo tempo è stato un dolore silenzioso, celato dalla paura e dalla rassegnazione di chi si è dovuto inchinare alle attività dei clan, temendo per la propria sicurezza anche all’interno delle proprie abitazioni.
Queste costruzioni maledette, destinate a essere demolite, hanno deciso con un ultimo colpo di coda di far parlare ancora di sé. Un ultimo grido prima della fine, che una politica cieca e spietata ha ritardato per troppi anni. La demolizione delle Vele è stata continuamente rimandata, segno di un’inerzia istituzionale che ha condannato generazioni di napoletani a vivere in condizioni inaccettabili.
È tempo di dire basta. Basta a questi simboli di abbandono e di degrado, basta alla politica dell’indifferenza che ha permesso a questi mostri di esistere così a lungo. Non è questo il futuro ed il presente che serve a Napoli.
Il pensiero va chiaramente alle vittime di questa tragedia, ai loro familiari e a tutti coloro che ogni giorno lottano per una vita migliore nonostante tutto. Un dramma che dovrebbe servire da esempio alle Istituzioni, ma che come spesso accade passerà nel tempo del dolore mediatico.