Nel panorama attuale delle pensioni italiane, riprendere a lavorare dopo il pensionamento è generalmente consentito, da qui l’errore dell’Inps che costerà rimborsi per migliaia di euro. Tuttavia, esistono eccezioni legate a misure specifiche come Quota 100, Quota 102 e Quota 103, che se da un lato permettono un pensionamento anticipato, dall’altro vietano il cumulo tra reddito da lavoro e pensione fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia. L’unica eccezione è rappresentata dalle collaborazioni occasionali, purché il compenso non superi i 5.000 euro annui.
Il caso emblematico del pensionato vicentino
Una vicenda che ha sollevato un acceso dibattito riguarda un pensionato 63enne di Vicenza, che dopo essere andato in pensione con Quota 100 nel 2020, ha accettato di partecipare come comparsa per una giornata nella serie TV “La luce dei miei occhi”, guadagnando 78 euro. Un compenso dichiarato che l’INPS ha ritenuto sufficiente per chiedere la restituzione di 24 mila euro, l’intero importo della pensione percepita fino a quel momento.
La sentenza del Tribunale di Vicenza
Il pensionato, assistito dagli avvocati Paola Piccoli e Alberto Righi dello studio legale Vis, ha contestato la richiesta dell’INPS e l’errore che costa migliaia di euro. Il giudice del lavoro Paolo Sartorello del Tribunale di Vicenza ha accolto il ricorso, stabilendo che “un’interpretazione conforme alla ratio della norma impone di considerare compatibili con l’erogazione della pensione ‘Quota 100’ redditi di irrisorio importo derivanti da prestazioni del tutto isolate, aventi carattere di specialità tali da differenziarle sostanzialmente dal tipico rapporto di lavoro subordinato”.
La sentenza riconosce che, nonostante la forma giuridica dell’attività svolta possa configurarsi come lavoro subordinato, l’importo percepito è talmente irrisorio da non giustificare la richiesta di restituzione della pensione. Si tratta di una decisione destinata a fare giurisprudenza, imponendo all’INPS una revisione delle sue politiche in casi analoghi.
Le regole del cumulo: Quota 100, 102 e 103
Misure come Quota 100, Quota 102 e Quota 103, pur consentendo il pensionamento anticipato, impongono divieti stringenti sul cumulo tra reddito da lavoro e pensione fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia. Questa normativa, introdotta per favorire il ricambio generazionale nel mercato del lavoro, ha tuttavia portato a situazioni paradossali e ingiuste, penalizzando pensionati che hanno svolto lavori occasionali in buona fede.
Implicazioni della sentenza
La sentenza del Tribunale di Vicenza rappresenta un passo significativo verso una maggiore equità nella gestione delle normative pensionistiche. Oltre a offrire giustizia al pensionato vicentino, essa stabilisce un precedente che potrebbe influenzare future decisioni, obbligando l’INPS a considerare la specificità e l’irrisorietà dei guadagni in casi simili.
La vicenda del pensionato vicentino mette in luce l’importanza di una corretta interpretazione delle norme sul cumulo tra pensione e reddito da lavoro. Mentre è fondamentale garantire il ricambio generazionale, l’applicazione delle sanzioni deve tenere conto delle circostanze specifiche e dell’irrisorietà dei guadagni. La sentenza del Tribunale di Vicenza rappresenta un importante passo avanti verso un’applicazione più umana e ragionevole della normativa, promuovendo giustizia per molti pensionati e salvaguardando i principi di equità e buon senso.