Il dibattito riguardo ai bonus in busta paga per i lavoratori con redditi inferiori a 15.000 euro all’anno suscita interesse e polemiche, anche se continuano a spuntare Bonus come quello da 300 euro per chi ha reddito basso. Sebbene l’introduzione di tali bonus, come il trattamento integrativo ex bonus Renzi, offra un certo sollievo finanziario, molti sostengono che gli importi siano insufficienti a garantire un tenore di vita adeguato. La legge n. 234/2021 ha istituito il trattamento integrativo, che prevede un bonus mensile di 100 euro per dodici mesi, escluso dalla tredicesima mensilità. Questo bonus è destinato ai lavoratori con redditi compresi tra 8.174 euro e 15.000 euro annui. Tuttavia, coloro che percepiscono redditi inferiori a 8.174 euro non sono idonei a ricevere questo trattamento integrativo tramite busta paga.

Per i lavoratori che superano i 15.000 euro annui, il bonus è erogato in fase di dichiarazione dei redditi e varia in base alla differenza tra le detrazioni fiscali e l’IRPEF lorda dovuta.

Un’altra iniziativa recente è il “Bonus mamme”, introdotto dalla legge di Bilancio 2024, che prevede un esonero della contribuzione previdenziale fino al 9,19% della retribuzione, fino a un massimo di 3.000 euro all’anno. Questo bonus è destinato alle lavoratrici dipendenti con almeno tre figli, incluso un’estensione eccezionale per il 2024 alle lavoratrici con due figli. Tuttavia, è escluso il personale domestico.

Parallelamente, la Legge di Bilancio 2024 ha introdotto uno sgravio contributivo per i lavoratori dipendenti, esclusi quelli domestici. Tale sgravio si articola in base alla retribuzione imponibile mensile e può portare a un aumento dello stipendio fino a circa 100 euro netti al mese, a seconda del reddito.

Infine, alcuni datori di lavoro offrono ai propri dipendenti dei fringe benefit, quali beni e servizi esenti da tassazione fino a un importo massimo di 1.000 euro all’anno per i lavoratori senza figli e 2.000 euro all’anno per quelli con figli a carico.