A Roccamonfina, piccolo comune della provincia di Caserta, un’indagine condotta dai Carabinieri ha portato alla luce un caso di indebita percezione dell’assegno di inclusione da parte di due donne, nonostante una delle due fosse stata destinataria di una misura cautelare degli arresti domiciliari. Nonostante la figlia convivente fosse stata soggetta alla misura cautelare degli arresti domiciliari, le due donne hanno continuato a percepire l’assegno di inclusione erogato dall’INPS per i mesi di gennaio e febbraio di quest’anno, omettendo di comunicare la nuova condizione impeditiva alla quale la figlia era soggetta.

L’indagine condotta dai Carabinieri ha portato alla scoperta dell’irregolarità, che ha comportato un’indebita percezione di un importo totale di 2.200 euro. Questo caso solleva questioni importanti riguardo alla corretta gestione delle risorse pubbliche e alla necessità di un controllo accurato per prevenire fenomeni di frode e abuso.

La percezione indebita di fondi destinati a persone in condizioni di bisogno rappresenta un grave illecito che compromette la fiducia nei confronti delle istituzioni e danneggia coloro che effettivamente ne hanno bisogno. È fondamentale che siano adottate misure efficaci per prevenire e reprimere tali comportamenti, assicurando che le risorse pubbliche siano utilizzate in modo corretto e equo.