A partire da oggi, 20 marzo, scatterà una seconda ondata di aumenti sul prezzo delle sigarette, come stabilito dalla manovra per il 2024 che ha modificato le accise, influenzando il costo dei marchi che non avevano subito incrementi lo scorso 2 febbraio. In quella data, l’importo fisso per unità di prodotto era salito da 20,20 a 29,30 euro per 1.000 sigarette, traducendosi in un aumento di circa 10-12 centesimi a pacchetto. Secondo quanto riportato dal Codacons, le entrate garantite dalle accise sul tabacco sono notevolmente aumentate nel corso degli anni, passando dai 10,23 miliardi di euro del 2015 ai 15 miliardi di euro stimati per il 2023, registrando un incremento di 4,77 miliardi di euro (+46,6%).
Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha commentato che l’aumento dei prezzi delle sigarette da solo non è sufficiente a scoraggiare il fumo, come dimostrano i dati degli ultimi anni. Nonostante gli aumenti dei prezzi, il numero di fumatori è sceso solo di 1 milione tra il 2015 e il 2022, passando da 11,5 milioni a 10,5 milioni di persone. Rienzi sottolinea che è necessario avviare una battaglia efficace contro il fumo e la dipendenza dalle sigarette, specialmente tra i giovani, adottando misure davvero incisive.
Il Codacons esprime preoccupazione riguardo all’efficacia delle sole politiche di aumento dei prezzi delle sigarette nel contrastare il consumo di tabacco e sottolinea la necessità di azioni più mirate e incisive per proteggere la salute pubblica e ridurre il numero di fumatori, specialmente tra le fasce più giovani della popolazione.





