L’Assegno di Inclusione (ADI) insieme al bonus da 8.000 euro si sono rivelati strumenti cruciali nel supportare il reinserimento lavorativo dei percettori del Reddito di Cittadinanza (RdC). In seguito all’abolizione del RdC, il governo guidato da Giorgia Meloni ha utilizzato l’eliminazione di questo sussidio come leva per introdurre nuove politiche finanziarie e sociali. Sebbene il discorso attorno all’ADI e al bonus da 8.000 euro sia diminuito rispetto al passato, l’obiettivo del governo è stato sempre quello di spingere gli occupabili verso il mondo del lavoro. Tuttavia, molte famiglie hanno affrontato stress emotivo a causa degli adempimenti legati al Supporto per la Formazione e il Lavoro e all’ADI stesso. Per facilitare il reinserimento lavorativo dei percettori dell’ADI, è stato introdotto il bonus da 8.000 euro.

Il bonus è erogato ai datori di lavoro che assumono i percettori dell’ADI, incoraggiando così il reintegro nel mondo del lavoro. Questa misura ricorda molto da vicino quella precedentemente applicata per il Reddito di Cittadinanza, secondo numerosi esperti e alcuni percettori stessi del RdC.

Sebbene siano implementati diversi meccanismi per incentivare il reinserimento lavorativo, si è osservato un aumento delle domande respinte o bloccate a causa della mancata partecipazione ai percorsi formativi.

Per quanto riguarda il lavoro autonomo, i percettori dell’ADI hanno la possibilità di avviare un’attività d’impresa o di lavoro autonomo, sia individualmente che in forma associata. Tuttavia, è fondamentale comunicare tempestivamente all’INPS qualsiasi cambiamento nella situazione lavorativa per evitare la decadenza dal beneficio.

Il secondo incentivo per favorire il reinserimento lavorativo dei percettori dell’ADI è diretto alle aziende. I datori di lavoro che assumono con contratto a tempo indeterminato, pieno o parziale, i percettori dell’ADI possono beneficiare di uno sconto contributivo significativo. Questo incentivo si applica anche ai contratti di apprendistato e ai contratti a tempo determinato o indeterminato per un massimo di 24 mesi.

L’INPS riconosce alle aziende un esonero contributivo del 100% per i primi 12 mesi, con un limite di 8.000 euro all’anno, ripartito su base mensile, per ogni lavoratore assunto. È importante notare che in caso di licenziamento del percettore dell’ADI nei 24 mesi successivi all’assunzione, l’azienda è tenuta a restituire l’incentivo, salvo licenziamento per giusta causa o giustificato motivo.