L’incremento di polmoniti virali non legate al Covid sta mettendo sotto pressione le terapie intensive, creando un’imprevista sfida per il sistema sanitario. Secondo il presidente del sindacato degli anestesisti e rianimatori Aaroi-Emac, Alessandro Vergallo, questo aumento è attribuito all’effetto minore del vaccino antinfluenzale su una popolazione meno coperta rispetto al vaccino anti-Covid. Nonostante la maggioranza dei casi di polmoniti virali non Covid in terapia intensiva abbia un esito positivo, la situazione sta causando problemi ai Pronto Soccorso, che si trovano ad affrontare un afflusso di casi mediamente gravi.

Il Report Fiaso e il Cambio di Scenario:
Il report della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) evidenzia un mutamento nel panorama delle patologie respiratorie, con l’influenza che sta gradualmente sostituendo il Covid nelle terapie intensive. Tuttavia, nonostante questa transizione, la pressione sugli ospedali rimane alta e i pazienti con gravi polmoniti virali richiedono cure intensive.

Analisi dei Causatori:
Alessandro Vergallo attribuisce questa tendenza a una maggiore focalizzazione sulla vaccinazione anti-Covid, che, nonostante una partecipazione non massiccia, ha distratto soprattutto la fascia di età oltre i 65 anni dalla vaccinazione antinfluenzale. La scarsa adesione alla vaccinazione anti-Covid sembra aver influito negativamente anche sulla vaccinazione antinfluenzale, contribuendo al recente aumento di casi di polmonite virale non Covid.

Appello alla Prudenza e Prospettive Future:
Giovanni Migliore, presidente della Fiaso, lancia un appello alla prudenza, sottolineando che, nonostante il cambio di stagione e la diminuzione dei casi di Covid, gli effetti della riapertura delle scuole potrebbero manifestarsi nelle prossime settimane, portando a ulteriori sfide per gli ospedali.