È rimasto meno di un mese ai beneficiari dell’Assegno Unico Universale per correggere eventuali errori o omissioni presenti nel proprio Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) e evitare una riduzione dell’assegno a partire da settembre. L’Inps ha reso chiaro che dopo il 31 agosto, i nuclei familiari con un Isee errato vedranno ridotto l’importo dell’assegno al livello minimo previsto.

L’Inps sta attivamente avvisando i beneficiari che hanno situazioni da regolarizzare affinché possano adottare le azioni necessarie entro la scadenza. Attualmente, chi presenta un Isee con difformità o omissioni riceve comunque un assegno basato sul valore dell’attestazione, con l’obbligo di correggere l’errore entro l’anno per evitare la restituzione delle somme in eccesso rispetto al minimo previsto.

La differenza tra l’importo massimo e l’importo minimo dell’assegno è notevole. Ad esempio, chi ha un Isee di 15.000 euro “irregolare” ha diritto all’importo massimo, pari a 189,20 euro per i minori. Tuttavia, questo importo scenderebbe a 54,10 euro a partire dal mese successivo.

Chi regolarizzerà la propria situazione entro il 31 dicembre avrà diritto anche al conguaglio per le mensilità erogate al minimo dopo settembre. Al contrario, se l’Isee non è corretto entro tale data, le mensilità dell’assegno percepite tra febbraio e agosto 2023 in eccesso rispetto all’importo minimo dovranno essere restituite con il conguaglio successivo.

La regolarizzazione può essere fatta presentando una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) priva di difformità, richiedendo una rettifica della DSU presso il Caf con effetto retroattivo (solo se l’errore è stato causato dal Caf), o presentando documentazione adeguata alla sede Inps competente per dimostrare la completezza e la veridicità dell’Isee.