L’Associazione dei consumatori, Assoutenti, sta lanciando un allarme riguardo a un possibile aumento dei prezzi di pane e pasta nei supermercati italiani nelle prossime settimane. Questo scenario è il risultato del mancato rinnovo dell’accordo sul grano tra Russia e Ucraina. Secondo l’associazione, nonostante sia difficile valutare l’impatto esatto dell’interruzione dei corridoi di cereali e frumento, un aumento delle quotazioni internazionali del grano avrebbe un effetto diretto sui prezzi di tutti i prodotti derivati.
Sabato, presso il Chicago Board of Trade, è osservato un aumento del 3,4% in un solo giorno, ma le quotazioni erano stabili ieri. L’incertezza ora è rappresentata da un possibile ulteriore balzo delle quotazioni, generato principalmente da fenomeni speculativi anziché da reali carenze di prodotto. Secondo Assoutenti, una famiglia italiana composta da 4 persone potrebbe dover affrontare una spesa aggiuntiva di circa 132 euro all’anno. Il prezzo medio della pasta, attualmente intorno ai 2 euro al chilo, salirebbe a una media di 2,2 euro, mentre il prezzo medio del pane, attualmente intorno ai 3,9 euro al chilo, potrebbe subire un aumento del 10%, portando i listini a una media di 4,3 euro al chilo.
Queste variazioni dei prezzi internazionali arriverebbero in un momento difficile per i campi agricoli italiani, poiché gli ultimi raccolti hanno subito una diminuzione del 10% della resa del frumento a causa della siccità. Anche dove le superfici coltivate sono aumentate, la produzione è diminuita. Le organizzazioni agricole europee Copa e Cogeca si aspettano una forte riduzione della produzione di cereali per il prossimo raccolto, soprattutto in Spagna, Portogallo e Italia, con una riduzione potenziale fino al 60% rispetto al 2022. Si prevede un raccolto di 256 milioni di tonnellate di cereali, che potrebbe essere il peggiore dal 2007.
Nonostante l’Italia dipenda solo in piccola parte dalle importazioni di cereali dall’Ucraina, rappresentando il 6,3% del totale delle esportazioni agricole da Kiev, tra grano, mais e olio di girasole, secondo Coldiretti siamo al quarto posto tra i paesi più interessati dall’accordo. Nel primo quadrimestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2022, abbiamo importato dall’Ucraina il 430% in più di grano (circa 142 milioni di chili) e il 71% in più di mais (circa 795 milioni di chili).