A grande richiesta vi parlerò di Mare Fuori, la serie prodotta da Rai Fiction che ha letteralmente conquistato tutti. Le prime due stagioni, messe in onda su Rai 1 tra il 2020 e il 2021 erano passate inosservate, solo quando la scorsa estate Netflix le ha aggiunte al suo catalogo la serie è diventata un fenomeno social.

La trama

I protagonisti della serie sono ragazzi detenuti nel carcere minorile di Napoli. Come ogni serie Rai che si rispetti anche Mare Fuori ha un fine didattico, e cioè quello di mostrarci quanto la vita è spesso imprevedibile.
Infatti, tralasciando personaggi come Ciro Ricci e Rosa Ricci (Giacomo Giorgio e Maria Esposito), Edoardo Conte (Matteo Paolillo) e Naditza (Valentina Romani) che sono come si suol dire “figli d’arte”, e cioè appartenevano ad un contesto criminale già fuori dal carcere, la maggior parte degli altri ragazzi è finita lì per sbaglio o per sfortuna, come nei casi di Filippo ( Nicola Maupas), Alessia (Clotilde Esposito), e Cardiotrap (Domenico Cuomo). Tra di loro c’è chi ha sbagliato volontariamente e chi lo ha fatto accidentalmente, ma il comune denominatore è sempre lo stesso, qualcosa nella loro vita è andato inevitabilmente storto.
Di certo, è interessante vedere come nel corso delle 3 stagioni ognuno di loro subisce un cambiamento sostanziale, non sempre positivo.

Filippo, l’antieroe che non ti aspetti

Uno dei personaggi che lascia più riflettere è quello di Filippo, interpretato da Nicola Maupas, un giovane ragazzo milanese, di buona famiglia, e futura stella del pianoforte che vede tutti i suoi sogni andare in fumo in una notte. In tutta onestà, ho trovato la sua storia un pochino esasperata per diversi motivi.
1. Un virtuoso del piano che conosce e studia la musica classica, si recherebbe sul serio in una discoteca così a cuor leggero? e soprattutto rischierebbe sul serio la sua carriera per un gioco tanto stupido?
2. Davvero un ragazzo facoltoso, che ha residenza a Milano in una casa di fronte al Duomo sarebbe rimasto lì tutto quel tempo? Lungi da me pensare che dopo aver commesso un omicidio lo avrebbero scarcerato, ma magari un trasferimento vicino casa pure prima della 3a stagione? No?
3. Tra tutti i personaggi è quello che ha l’evoluzione peggiore, perché parte con l’essere un ragazzo di buona famiglia e per amore di Naditza evade dal carcere, comincia a delinquere e sarebbe quasi pronto a spacciare pur di vivere da latitante con la sua amata. Romantico? Anche no.
Citando qualcuno molto affascinante “Sij prop nu strunz Filì”, spero che nelle prossime stagioni lo spirito di Mozart ti faccia rinsavire e vegli su di te.

Carmine Di Salvo e Ciro Ricci, camorristi a confronto

Se devo essere onesta Ciro Ricci, interpretato da Giacomo Giorgio, è uno dei personaggi più sensati. Figlio del boss, uomo d’onore cresciuto con la pistola in mano e la guerra in testa, il suo personaggio segue l’andamento che si era prospettato. Come ogni figlio d’arte Ciro non può sottrarsi al suo destino, e per colpa di un codice atroce e cruento, va in contro alla sua morte dicendo “dite a mio padre che non ho avuto paura”. Se l’avesse avuta però non sarebbe morto a 18 anni. Che dire? Ciro ci hai fatto male assai.
Diversa la situazione della sua nemesi, Carmine di Salvo, interpretato da Massimiliano Caiazzo, che pur essendo nato in una famiglia di camorristi fa di tutto per evitare la vita criminale. È un bravo ragazzo che sogna di diventare parrucchiere, ma per proteggere la sua ragazza ammazza l’esponente di un famiglia rivale che tenta di violentarla. Su di lui mi sono fatta una sola domanda? Perché un ragazzo che ha così tanta voglia di scappare dall’ambiente criminale s’innamora della figlia del boss? Gli opposti si attraggono?
Mi è sembrata una scelta molto azzardata puntare sulla classica storia d’amore ostacolata delle famiglie rivali… Chissà se Shakespeare apprezza la citazione, in ogni caso il maestro ci insegna che queste storie non finiscono bene.

Pino, l’anarchico tenero

Se Pino fosse un dolce sarebbe una sfogliatella riccia, ha dimostrato più volte che sotto quella scorza da delinquentello occasionale c’è un bravo ragazzo solo troppo impulsivo. La sua storia è probabilmente quella di molti ragazzi senza padre che si sono persi nei meandri delle carceri minorili. Lui non segue un codice, ha le sue di regole. Protegge chi ama e quando ama lo fa così forte da combinare pasticci ma in fondo non è cattivo, anche perché ammettiamolo chiunque ami gli animali come Pino non può esserlo.

segue…