Non erano “biscotti”, quelli che di solito mangiano i bambini. No, era stupefacente con nome in codice che i più piccoli dovevano spacciare. «Bimbi costretti a spacciare e insultati dai genitori se si rifiutano. Il quadro inquietante emerso da un’operazione della Procura, Borrelli: «Unica strada per salvarli è sottrarli ai genitori criminali». «I particolari che emergono da un’inchiesta della procura di Torre Annunziata su una piazza di spaccio nel rione Poverelli sono inquietanti. Bambini, in tenerissima età, costretti a spacciare per strada. Una vicenda raccapricciante che lascia senza parole. Già qualche mese fa, quando ci fu la prima inchiesta sul caso, denunciammo questa barbara situazione, segnalando l’assurda foto postata da una delle indagate che ritrae il figlio con una pistola, accompagnata dalla didascalia “Sei uguale a papà”». Così Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra.

«Bambini in tenera età già addestrati dalle madri a spacciare droga, e insultati con parole
come “infame” o “bastardo” quando si sono rifiutati di scendere in strada a vendere stupefacenti. È un qualcosa di inquietante e terribile. Quale può essere il diritto di una
famiglia di criminali a crescere un bambino in questo modo? Che futuro possono mai avere questi ragazzini? Da anni ci battiamo contro l’idea che i camorristi e criminali abbiano il diritto di far crescere i figli con modelli sbagliati e delinquenziali – conclude il parlamentare – Gli stiamo lasciando la possibilità di allevare nuove leve. L’unica alternativa, come ribadiamo da sempre, è sottrarre i bambini ai delinquenti fin da piccoli, non permettendogli di crescere in un sistema tossico e criminale».