Mimì lascia o raddoppia? A Terzigno si vota e tutto ruota intorno al sindaco-senatore
“Se questa mattina non stavo qui, sarei andato nella mia campagna, ad occuparmi dei prodotti della terra”. Questa frase Domenico Auricchio, senatore di Forza Italia e sindaco di Terzigno, per tutti Mi...
“Se questa mattina non stavo qui, sarei andato nella mia campagna, ad occuparmi dei prodotti della terra”. Questa frase Domenico Auricchio, senatore di Forza Italia e sindaco di Terzigno, per tutti Mimì, la pronunciò un sabato mattina, nella tenuta “Le lune del Vesuvio” a Terzigno, prima di un convegno sulla valorizzazione dei prodotti tipici. È una frase emblematica: fotografa perfettamente Mimì. Il sindaco - contadino, l’uomo di strada che seppe farsi senatore.
Sono in molti, nella cittadina vesuviana, a pensare che Auricchio dovrebbe tornarsene al suo lavoro, tra le sue campagne e in ogni caso nella sua Boccia al Mauro, ma la verità è che le prossime elezioni amministrative a Terzigno, previste per metà maggio, ruotano ancora tutte intorno alla sua figura, piaccia o no. Cosa fa Mimì? Si ricandida? Può fare il sindaco e il senatore? Scrivere di politica a Terzigno vuole dire ripartire da qui. E proprio da qui sono ripartiti quelli di Forza Italia, che venerdì sera hanno svolto un summit. Una riunione per parlare di elezioni e del prossimo candidato sindaco. Anche perché, in questi ultimi cinque anni, a Terzigno i sindaci sono stati due: quando la legge Severino ha sospeso Auricchio, condannato per abuso d’ufficio, è subentrato Stefano Pagano. Che ora ci ha preso gusto. E ha detto: se Mimì lascia, io sono qua. Ma il nodo è proprio questo: Mimì lascia? Lui, che può ricandidarsi per la terza volta, lui, che può fare contemporaneamente il sindaco e il senatore, lascia o raddoppia (o meglio, triplica)?
Il summit di venerdì si è concluso con un nulla di fatto, ma la partita è aperta, anche perché a destra hanno due sindaci e a sinistra non ne hanno nessuno: come la Titina di una vecchia canzone, lo cercano e non lo trovano. E poi ci sono gli outsider, a cominciare dagli agguerritissimi Cinque Stelle. Insomma, la lunghissima vigilia elettorale è appena iniziata: sotto a chi tocca.