Trova un uomo in casa con la moglie, lo fa inginocchiare e lo prende a martellate
Condannato a 4 anni per tentato omicidio
Una violenta aggressione scaturita da una presunta gelosia si è conclusa con una condanna a quattro anni di reclusione per tentato omicidio. Protagonista della vicenda è M.M., romano di 57 anni, che nel dicembre dello scorso anno ha brutalmente colpito un uomo trovato in casa con la moglie, convinto che fosse il suo amante.
I fatti risalgono a pochi giorni prima di Natale. La vittima, E.F., aveva trascorso il pomeriggio con un’amica di vecchia data per ultimare alcuni acquisti. Al termine dello shopping, la donna lo invita nel suo appartamento in zona San Giovanni, a Roma, per un caffè. I due si trovano in salotto a conversare quando vengono improvvisamente interrotti dal rumore della porta che si apre: è il marito della donna, appena rientrato dal lavoro.
Alla vista della moglie insieme a un uomo sconosciuto, il 57enne perde il controllo.
L’aggressione: calci, pugni e una martellata alla tempia
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, l’uomo si è avventato sulla vittima senza chiedere spiegazioni. Calci e pugni si susseguono mentre E.F. tenta invano di farlo ragionare. In un’escalation di violenza, l’aggressore gli ordina di inginocchiarsi, come in una sorta di esecuzione.
«Ho obbedito sperando che si calmasse», ha raccontato la vittima nella denuncia, assistita dagli avvocati Angela Porcelli e Svevo Bonomo. Ma la furia non si arresta. M.M. afferra una pesante mazzetta da muratore e colpisce E.F. alla tempia con estrema violenza.
Nonostante il colpo potenzialmente letale, la vittima riesce a rialzarsi e, prima che possa essere colpita una seconda volta, trova la forza di fuggire dall’appartamento. Ferito e sotto shock, riesce a chiedere aiuto ai vicini e ai passanti, che allertano le forze dell’ordine.
Trasportato in codice rosso all’ospedale San Giovanni, E.F. viene sottoposto alle cure d’urgenza che gli salvano la vita.
Le indagini e la sentenza
Una volta fuori pericolo, la vittima sporge denuncia. Le indagini confermano la dinamica dei fatti e portano all’incriminazione del 57enne per tentato omicidio. Nelle carte giudiziarie si legge che l’uomo ha compiuto «atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte», evento non verificatosi solo per cause indipendenti dalla sua volontà.
Il procedimento si è concluso con rito abbreviato davanti al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Roma. Il pubblico ministero Antonio Clemente aveva chiesto una condanna a 9 anni di carcere, ma il giudice ha stabilito una pena di 4 anni di reclusione.