Rivolta nei Paesi Vesuviani: "Blocchiamo l'inceneritore per animali"

Il Comitato No all’Inceneritore per Animali scende in piazza

A cura di Redazione
12 dicembre 2025 17:42
Rivolta nei Paesi Vesuviani: "Blocchiamo l'inceneritore per animali" -
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Manifestazione pubblica a San Giorgio a Cremano, sostenuta da associazioni locali e diverse forze politiche. La protesta segna una fase cruciale nella battaglia a tutela della salute pubblica dei cittadini di entrambe le città, interessate dall’attività dell’inceneritore di Via Carceri Vecchie.

Il Comitato, oltre a ricorrere al Tribunale Civile di Napoli e al Tribunale Amministrativo Regionale, ha avviato ulteriori iniziative per evidenziare i possibili profili penali legati alla vicenda e per sollecitare un impegno civico delle istituzioni. Sono stati coinvolti i Comuni di San Giorgio a Cremano e di Napoli, richiamando la normativa vigente sulla tutela della salute pubblica, in particolare una legge del 1934 che attribuisce poteri inibitori ai sindaci, secondo il principio di precauzione.

Secondo il Comitato, i cittadini attendono ancora le verifiche previste dalla legge per le cosiddette “industrie insalubri di prima classe”, categoria nella quale rientra l’inceneritore. La mancata applicazione di tali controlli giustifica, a loro avviso, il blocco immediato dell’attività fino al completamento degli accertamenti.

Un aspetto centrale della protesta riguarda la vicinanza dell’impianto al centro abitato. L’inceneritore sarebbe situato non solo a meno di 200 metri da residenze private – limite previsto per i forni crematori – ma addirittura attaccato a un’abitazione con cinque figli e a pochi passi da edifici dove vivono centinaia di famiglie.

Il Comitato sottolinea che, dopo l’uscita dell’ex sindaco Giorgio Zinno, l’amministrazione commissariale ha dimostrato maggiore attenzione alla vicenda, ma resta necessario un impegno concreto per garantire la sicurezza e la salute dei cittadini. Numerose anomalie nella gestione della procedura sono state segnalate, ma, fino ad oggi, nessuno ha fermato l’attività o revisionato la documentazione per tutelare questo diritto fondamentale sancito dalla Costituzione: la salute pubblica.

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