Muore in carcere il superboss di Ponticelli
Ciro Minichini, noto negli ambienti criminali come “Cirillino”, è morto nel carcere di Opera, dove era detenuto al 41-bis. A darne notizia è il quotidiano Roma oggi in edicola. Figura di spicco della...
Ciro Minichini, noto negli ambienti criminali come “Cirillino”, è morto nel carcere di Opera, dove era detenuto al 41-bis. A darne notizia è il quotidiano Roma oggi in edicola. Figura di spicco della camorra dell’area orientale di Napoli, Minichini era considerato uno dei protagonisti della lunga faida di Ponticelli, un conflitto che negli ultimi trent’anni ha insanguinato il territorio con regolamenti di conti tra i De Luca Bossa, i Sarno e, più recentemente, i De Micco.
Un male incurabile e il ritorno al 41-bis
Da tempo Minichini soffriva di una grave malattia. Per ragioni sanitarie aveva ottenuto nei mesi scorsi la possibilità di lasciare il carcere, salvo poi essere nuovamente trasferito al regime di 41-bis a Opera, dove la malattia lo ha sopraffatto pochi giorni fa.
Dalla serie di ergastoli alla rimodulazione delle pene
Nel corso degli anni Minichini era stato condannato a sei ergastoli, poi annullati o ridotti in seguito alle sue ammissioni di responsabilità davanti ai giudici. Pur avendo riconosciuto alcuni fatti, non ha mai accettato di collaborare con lo Stato, mantenendo il silenzio su molti episodi chiave della faida.
Era ritenuto il plenipotenziario dei De Luca Bossa dopo l’arresto del boss Antonio De Luca Bossa, detto “’o sicc”. Nel 2016 aveva ottenuto una revisione dell’ergastolo per l’omicidio del 17enne Raffaele Riera, ucciso nel 1996 perché sospettato di una relazione con Anna De Luca Bossa, sorella del boss scissionista e moglie dello stesso Minichini.
Il dolore privato: la morte del figlio
Tra i drammi che hanno segnato la sua vita criminale, anche l’omicidio del figlio Antonio, assassinato nel 2013 in un agguato riconducibile ai rivali del gruppo “Bodo”. Un episodio che non ha mai commentato pubblicamente e che resta legato alle dinamiche della faida.
Le battaglie giudiziarie
Nel 2019 Minichini era tornato alla ribalta dopo una decisione della Corte di Cassazione, che aveva annullato con rinvio una delle proroghe del 41-bis. Nonostante quella breve apertura, il boss rimase comunque sottoposto al carcere duro fino alla morte.