Isolato il Santuario di Montevergine, niente messa e niente pellegrini
Frana blocca strada e funicolare
Il Santuario di Montevergine, uno dei luoghi di culto più importanti della Campania, resta chiuso durante le festività natalizie a causa di una frana che ha reso impraticabile la strada provinciale di accesso. Un evento eccezionale, che non si verificava dai tempi della Seconda guerra mondiale, e che sta mettendo in ginocchio il territorio tra Mercogliano, Ospedaletto d’Alpinolo e l’area montana del Partenio.
Strada chiusa da settimane: lavori lunghi e costosi
Lo smottamento ha interessato tre tornanti della Provinciale che conduce al santuario mariano, in provincia di Avellino. La strada è interrotta da oltre tre settimane e i primi interventi di messa in sicurezza, finanziati con 500mila euro dalla Protezione civile regionale, procedono lentamente anche a causa del maltempo.
Secondo il sindaco di Mercogliano, Vittorio D’Alessio, i lavori in corso consentiranno solo una riapertura parziale:
«Per rendere nuovamente transitabile la strada stiamo realizzando palificazioni di contenimento, ma per una messa in sicurezza definitiva serviranno almeno 4 milioni di euro e tempi molto più lunghi».
La frana è il risultato di una combinazione di fattori: movimenti di terreno legati alla realizzazione della rotabile, incendi, scarsa manutenzione e tagli boschivi che negli anni hanno destabilizzato il versante.
Funicolare ferma per motivi di sicurezza
A complicare ulteriormente la situazione è lo stop alla funicolare di Montevergine, che normalmente collega Mercogliano alla vetta in sette minuti. L’impianto resta inattivo per ragioni di sicurezza: al momento mancano le vie di fuga necessarie in caso di emergenza, rese impraticabili dalla frana.
Di fatto, il santuario è completamente isolato.
Comunità benedettina pronta a scendere a valle
All’interno del monastero resta un piccolo presidio di religiosi benedettini, guidati dall’abate Riccardo Guariglia, insieme ai carabinieri che storicamente vigilano nel chiostro. Tuttavia, in vista delle festività, anche la comunità monastica potrebbe essere costretta a lasciare Montevergine per tornare all’abbazia di Loreto, a valle, dove celebrare la messa di mezzanotte.
L’abate ha lanciato un appello chiaro ai fedeli:
«Invito i pellegrini a non mettersi in viaggio se la strada resta chiusa. Spero di poterli accogliere presto per tornare a venerare la Madonna di Montevergine».
Pellegrinaggi e tradizione interrotti
Montevergine non è solo un santuario, ma un simbolo profondo della fede popolare campana, in particolare per Napoli. I pellegrinaggi, le “jute” a piedi di maggio e settembre, i tratturi carichi di storia e leggenda fanno parte di un patrimonio culturale che oggi è letteralmente sepolto dal fango.
Anche i percorsi alternativi, come quello che attraversa Campo Maggiore e conduce verso Pietrastornina, restano chiusi: strade strette, dissestate e non adatte ai mezzi moderni rendono impossibile garantire la sicurezza dei pellegrini. L’accesso è consentito solo ai fuoristrada di carabinieri e Protezione civile.
Commercianti in difficoltà tra Mercogliano e Ospedaletto
L’isolamento del santuario ha un impatto pesante anche sull’economia locale. I commercianti del piazzale di Montevergine, le bancarelle di souvenir, castagne e torroni sono completamente ferme. Stessa sorte per Ospedaletto d’Alpinolo, tradizionalmente animata dalla fiera del torrone, quest’anno ridotta ai minimi termini.
Il sindaco Gino Marciano riconosce l’emergenza:
«Dovremo individuare soluzioni concrete per sostenere gli operatori colpiti e compensare, almeno in parte, i mancati guadagni».
Un Natale senza Montevergine
La frana di Montevergine non è solo un problema infrastrutturale, ma una ferita aperta nella memoria collettiva e nella vita religiosa del territorio. Un Natale senza pellegrini, senza funicolare e senza processioni rappresenta un evento senza precedenti per intere generazioni.