I giornali esteri accusano Napoli di "Disneyficazione"

Un recente e severo reportage di Politico EU ha descritto Napoli come un «centro commerciale a cielo aperto, ridotto a un parco giochi popolato da turisti di passaggio». Un giudizio duro, ripreso anch...

04 dicembre 2025 08:30
I giornali esteri accusano Napoli di "Disneyficazione" -
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Un recente e severo reportage di Politico EU ha descritto Napoli come un «centro commerciale a cielo aperto, ridotto a un parco giochi popolato da turisti di passaggio». Un giudizio duro, ripreso anche da testate internazionali come il britannico The Telegraph, che parla apertamente di una “Disneyfication” della città. Il capoluogo campano si trova così al centro del dibattito globale su overtourism e gentrificazione, dinamiche che, secondo molti osservatori, stanno trasformando le icone del “sogno italiano” in mere cartoline prive di autenticità.

Via dei Tribunali e il turismo di massa

La pressione turistica è particolarmente evidente lungo via dei Tribunali, oggi percorsa da folle e gruppi organizzati. L’esempio più citato è quello di vico Fico al Purgatorio, dove centinaia di visitatori si accalcano per toccare il naso della statua di Pulcinella: un rituale recente, senza radici storiche, diventato virale sui social. Per molti residenti questo gesto rappresenta il simbolo di un consumo turistico superficiale e privo di significato.

Oltre i numeri: una possibile emergenza sociale

Dietro le presenze record, diversi studiosi individuano una vera emergenza sociale. Il sociologo e attivista Francesco Calicchia, residente nel rione Sanità, denuncia la perdita della vita quotidiana nel centro storico: «Quelle strade non sono più quartieri. Non ci sono più napoletani, non c’è più vita vera».
Una visione condivisa dal geografo economico Ugo Rossi, che parla di una «minaccia esistenziale» per i residenti.

Negli ultimi anni i bassi dei quartieri popolari sono stati progressivamente sostituiti da negozi di souvenir e da un Bed & Breakfast ogni pochi appartamenti. Questo processo, definito dal Telegraph come una forma di “sfratto sociale”, sta spingendo via i residenti di lunga data a causa dell’impennata dei canoni di locazione e degli sfratti legati al mercato delle locazioni brevi. L’esperta di overtourism Anna Fava definisce questo modello un vero e proprio «parco a tema», citando come esempio emblematico Largo Maradona.

La trasformazione gastronomica: tra foodification e neofoodification

L’impatto del turismo di massa si estende anche alla sfera culturale e gastronomica. Secondo numerosi osservatori è in corso una “foodification”, o più precisamente una neofoodification, che vede la sostituzione di botteghe storiche e librerie con pizzerie, friggitorie e locali standardizzati, trasformando il centro in un enorme buffet a cielo aperto.

Il turismo culinario diventa così un’esperienza rapida, fatta di lunghe code e consumo di cibo sui marciapiedi. Courrier International sottolinea come la cucina, da pratica culturale condivisa, stia diventando un appuntamento veloce, con il rischio di far perdere alle città uno dei loro tratti identitari più profondi.

L’altra faccia del boom: crescita economica e limiti strutturali

Accanto alle critiche, The Telegraph evidenzia anche le ragioni del successo: voli low cost sempre più accessibili e una forte esposizione mediatica grazie a serie, film e libri. Per molti, il turismo resta l’unico settore realmente dinamico dell’economia napoletana.

Questa dualità alimenta una tensione crescente: da un lato la paura di perdere l’identità cittadina, dall’altro la consapevolezza che senza turismo l’intero sistema economico locale risentirebbe di pesanti ricadute.

L’assessora al Turismo Teresa Armato ha dichiarato che il Comune sta monitorando il fenomeno degli affitti brevi e studiando interventi per garantire alloggi accessibili. Tuttavia, studiosi come Saverio Monte si mostrano scettici, sostenendo che grandi eventi, come l’America’s Cup, possano avere un «impatto paragonabile a un terremoto sociale», segnalando una diffusa sfiducia nella capacità istituzionale di ripristinare un equilibrio tra esigenze dei residenti e pressione turistica.

La sfida per il futuro

Per Napoli, la sfida cruciale è accogliere senza snaturarsi: difendere tradizioni, relazioni e forme di socialità che costituiscono la vera ricchezza del tessuto urbano, pur garantendo lo sviluppo economico legato ai flussi turistici. Il confronto tra questi due poli – tutela dell’identità e opportunità economiche – definirà il futuro del capoluogo partenopeo negli anni a venire.

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