Femminicidio di Anna, l'uomo era in cura all'Asl

Seguito dal Dipartimento di salute mentale

A cura di Redazione
22 dicembre 2025 21:00
Femminicidio di Anna, l'uomo era in cura all'Asl -
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Emergono nuovi elementi sull’omicidio di Anna Tagliaferri, la donna uccisa a coltellate dal compagno Diego Di Domenico a Cava de’ Tirreni, prima che l’uomo si togliesse la vita. Secondo quanto accertato dagli investigatori, Di Domenico era in cura presso il Dipartimento di salute mentale dell’Asl di Salerno.

Un dettaglio che si inserisce in un quadro già profondamente drammatico: diversi anni fa, anche il padre dell’uomo si era suicidato, lanciandosi da un balcone. Un precedente familiare che ora viene valutato dagli inquirenti nel tentativo di ricostruire il contesto psicologico che ha preceduto il femminicidio.

Nessuna denuncia e nessun segnale apparente

Dalle verifiche svolte finora non risultano denunce pregresse da parte della vittima né segnalazioni di episodi di violenza domestica. Amici e conoscenti della coppia hanno riferito di non aver mai notato comportamenti aggressivi o situazioni riconducibili a un clima di tensione. Un elemento che rende la tragedia ancora più difficile da comprendere e che riporta l’attenzione sul tema della violenza sommersa, spesso invisibile fino all’esito più estremo.

Migliorano le condizioni della madre di Anna

Intanto arrivano notizie incoraggianti sulle condizioni della madre di Anna Tagliaferri, 75 anni, rimasta ferita nel tentativo disperato di difendere la figlia dall’aggressione. La donna, ricoverata in ospedale, non è in pericolo di vita e sta mostrando segnali di miglioramento.

A confermarlo è il sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, che ha espresso vicinanza alla famiglia:

«Non ho ancora fatto visita alla signora, ma so che fisicamente sta meglio. Ho parlato con uno dei fratelli di Anna: nessuno di loro si aspettava una tragedia di queste proporzioni».

Una comunità sotto shock

La città di Cava de’ Tirreni resta sconvolta da un evento che ha colpito nel profondo una famiglia molto conosciuta e stimata. L’omicidio-suicidio riapre il dibattito sulla prevenzione della violenza di genere, sul ruolo della salute mentale e sulla necessità di intercettare segnali di disagio prima che si trasformino in tragedie irreversibili.

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