Ex pentito si toglie la vita a Piazza del Plebiscito, troppi misteri

L’ex collaboratore di giustizia si sarebbe tolto la vita

A cura di Redazione
21 dicembre 2025 10:30
Ex pentito si toglie la vita a Piazza del Plebiscito, troppi misteri -
Condividi

Aveva lasciato il programma di protezione e scelto di tornare a vivere a Napoli, nonostante il suo passato da collaboratore di giustizia e le rivelazioni sui clan dei Quartieri Spagnoli, in particolare sui Mariano–“Picuozzi”. Pasquale Petrillo, conosciuto negli ambienti criminali come “’a presella”, è morto lunedì scorso dopo essersi lanciato nel vuoto dal ponte di via Cesaria Console, finendo su via Acton.

Secondo gli investigatori, l’unica ipotesi al momento seguita è quella del suicidio. Non sarebbero emersi elementi riconducibili a pressioni o minacce da parte della criminalità organizzata.

Le indagini e il racconto del testimone

Gli accertamenti condotti dalle forze dell’ordine hanno evidenziato che Petrillo, da qualche tempo, manifestava una condizione psicologica fragile. A rafforzare la tesi del gesto volontario c’è anche la testimonianza di un passante, al quale l’uomo avrebbe consegnato i propri occhiali poco prima di lanciarsi, chiedendo di tenerli per lui.

Subito dopo il gesto, avvenuto sotto gli occhi di diverse persone, il testimone ha dato l’allarme e ha atteso l’arrivo dei soccorsi e delle forze dell’ordine. Per l’ex collaboratore di giustizia, però, non c’era ormai più nulla da fare.

Il passato nella criminalità dei Quartieri Spagnoli

Pasquale Petrillo, 50 anni, originario dei Quartieri Spagnoli, era stato in passato una figura di primo piano della criminalità organizzata di Montecalvario. Ancora minorenne, secondo le ricostruzioni investigative, sarebbe stato uno dei custodi delle armi del clan Mariano.

La sua ascesa criminale si colloca negli anni più sanguinosi della faida che, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, sconvolse i vicoli del centro storico. Un percorso culminato con la partecipazione all’omicidio di Maurizio Russo, maturato nello scontro armato tra i gruppi Di Biase “Faiano” e Russo.

La scelta di collaborare con la giustizia

Dopo quell’omicidio, Petrillo iniziò a temere per la propria vita. Oltre ai contrasti interni ai clan, anche il gruppo Misso del rione Sanità avrebbe iniziato a cercarlo. In quel contesto maturò la decisione di collaborare con la giustizia.

Le sue dichiarazioni si sono rivelate determinanti per diverse indagini e, in particolare, per il blitz del 2017 che portò alla decapitazione del clan Mariano, uno dei gruppi storici della camorra napoletana.

Un precedente nella storia dei pentiti napoletani

Quella di Pasquale Petrillo non è una vicenda isolata. Nella storia recente della criminalità organizzata napoletana, altri collaboratori di giustizia si sono tolti la vita. Nel 2009, Ciro Giovanni Spirito, ex killer del clan Mazzarella, fu trovato morto nella sua cella nel carcere di Rebibbia.

Segui il Fatto Vesuviano