Smantellate le telecamere per spiare i carabinieri

Da tempo, nel Rione Traiano, le urla che annunciavano l’arrivo delle forze dell’ordine non risuonavano più tra i palazzi popolari. Al loro posto, silenziose ma sempre vigili, c’erano telecamere puntat...

19 ottobre 2025 10:00
Smantellate le telecamere per spiare i carabinieri -
Condividi

Da tempo, nel Rione Traiano, le urla che annunciavano l’arrivo delle forze dell’ordine non risuonavano più tra i palazzi popolari. Al loro posto, silenziose ma sempre vigili, c’erano telecamere puntate sulle strade d’accesso.
Un sistema di sorveglianza abusivo, installato per proteggere le piazze di spaccio e segnalare in tempo reale i movimenti delle pattuglie.

È quanto hanno scoperto i carabinieri della Compagnia di Bagnoli durante un’operazione straordinaria condotta nelle scorse ore. Gli impianti – otto in totale, collocati tra tetti e balconi – fornivano immagini in diretta a chi gestiva la rete di vendita della droga.

Il controllo della camorra passa per la tecnologia

Non più vedette che gridano nomi in codice o parole convenzionali come “Maria” o “pallone”, ma una videosorveglianza capillare e autonoma, installata con mezzi rudimentali ma efficaci.
Un’evoluzione che testimonia come il controllo criminale del territorio si sia ormai spostato anche sul piano tecnologico, trasformando quartieri popolari in zone monitorate come fortini.

L’operazione dei carabinieri

Il blitz, realizzato con il supporto dei vigili del fuoco e dei tecnici Enel, ha portato allo smantellamento completo della rete e alla denuncia di tre persone – un 26enne, un 42enne e un 59enne – accusate di furto di energia elettrica e violazione di sigilli.
Secondo gli investigatori, i tre avevano riattivato un locale sequestrato in passato, collegandolo abusivamente alla rete pubblica per alimentare gli impianti video e l’attività illecita.

Durante l’operazione è inoltre arrestato un 36enne, destinatario di un ordine di carcerazione per reati legati allo spaccio: dovrà scontare quasi sei anni di reclusione.
Un altro uomo, sorpreso a vendere una dose di cocaina, è stato denunciato per spaccio, mentre l’acquirente è stato segnalato alla Prefettura.

Quartieri sotto sorveglianza, ma non dello Stato

Il caso del Rione Traiano non è isolato. Impianti simili sono stati rinvenuti in altre aree della città, a conferma di un modello di “videosorveglianza criminale” sempre più diffuso, economico e difficile da individuare.
Telecamere collegate a reti abusive, server improvvisati e monitor nascosti nei locali della droga rappresentano oggi una nuova frontiera del controllo territoriale, che mette in discussione la stessa capacità dello Stato di operare liberamente in alcuni quartieri.

L’inchiesta dei carabinieri prosegue per identificare chi abbia installato e gestito l’intera rete. Ma il messaggio che emerge dal blitz è chiaro: anche nel silenzio di una telecamera accesa, la voce delle piazze di spaccio continua a farsi sentire.

Segui il Fatto Vesuviano