Scarcerato Vittorio De Luca, 75 anni, noto come “Vittorio ’o Capellone”, arrestato lo scorso 28 settembre dai carabinieri di Caivano con l’accusa di stalking aggravato dal vincolo mafioso.
La decisione è stata presa dai giudici dell’Ottava Sezione del Tribunale del Riesame di Napoli, che hanno disposto per lui la detenzione domiciliare ad Orta di Atella, con obbligo del braccialetto elettronico.

L’uomo era stato denunciato da Don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano, che lo aveva indicato come autore di comportamenti molesti e intimidatori. De Luca, già protagonista di altri due procedimenti penali, era stato al centro di numerosi episodi di tensione nel quartiere.

Il precedente: l’assoluzione per incapacità di intendere e di volere

Solo pochi mesi fa, il 30 giugno, De Luca era assolto in un altro processo per possesso di un coltello, poiché ritenuto incapace di intendere e di volere.
Il giudice, sulla base di una perizia psichiatrica, lo aveva dichiarato non imputabile e non socialmente pericoloso.

L’episodio della “pallottola in chiesa”

L’arresto del 28 settembre è scattato in seguito a un episodio singolare e inquietante.
La sera precedente, nel Parco Verde, si era verificata una “stesa” – una sparatoria a scopo dimostrativo – da parte di alcuni giovani che avevano esploso colpi in aria nei pressi della chiesa di San Paolo Apostolo, dove officia Don Patriciello.
Nessun ferito, ma grande allarme per la vicinanza della scorta del parroco.

Poche ore dopo, De Luca si era presentato in chiesa. Secondo quanto riferito dal sacerdote, l’uomo avrebbe pronunciato frasi confuse, affermando:
«Io ho 75 anni, sono incapace di intendere e di volere, a me nessuno mi fa niente».

Il giorno successivo, durante una messa per bambini, De Luca avrebbe poi consegnato una cartuccia per pistola nelle mani del parroco, dicendo di averla trovata per strada. L’episodio si è svolto davanti alla scorta e a numerosi testimoni, tra cui una giornalista presente in chiesa.

Don Patriciello: «Il quartiere è ancora in mano ai clan»

Dopo l’accaduto, Don Maurizio Patriciello ha espresso forte preoccupazione per la situazione di tensione e criminalità nel Parco Verde:

«Con i vecchi capiclan in carcere, al Parco Verde sono venuti altri a comandare. I responsabili della stesa hanno messo la pistola in bocca a un uomo della vecchia guardia prima di sparare».