La Corte d’Appello di Ancona ha confermato una condanna a cinque anni di reclusione per Franco Panariello, 57 anni, operaio originario di Torre del Greco e residente nel Fabrianese, già detenuto in carcere dove sta scontando l’ergastolo per l’omicidio della moglie Concetta Marruocco, avvenuto a Cerreto d’Esi (Ancona) il 14 ottobre 2023.

L’uomo è stato ritenuto responsabile di maltrattamenti e percosse nei confronti della moglie e della figlia minorenne, episodi che si sarebbero protratti per anni all’interno delle mura domestiche. La sentenza di secondo grado conferma in larga parte quanto già deciso in primo grado dal Tribunale di Ancona.

Le violenze e la denuncia della vittima

Secondo quanto emerso dagli atti processuali, Concetta Marruocco, infermiera di 53 anni, aveva denunciato il marito per violenze domestiche dopo oltre vent’anni di soprusi.
La denuncia, presentata anche nell’interesse della figlia, aveva portato all’applicazione del braccialetto elettronico e a un divieto di avvicinamento nei confronti di Panariello.

Solo un mese prima del delitto, la donna aveva testimoniato in aula nel processo per maltrattamenti, raccontando episodi di violenza fisica e psicologica subiti nel corso del matrimonio.
Il femminicidio è avvenuto il 14 ottobre 2023, pochi giorni dopo quella deposizione.

Le dichiarazioni dell’imputato e il ricorso

Durante il primo processo per maltrattamenti, Panariello aveva rilasciato dichiarazioni spontanee, sostenendo di essere “dipinto come un mostro” e negando di aver mai picchiato la moglie o la figlia.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Ruggero Benvenuto, aveva impugnato la sentenza di primo grado, contestando la valutazione delle prove, ma la Corte d’Appello ha confermato la condanna a cinque anni.

Per il femminicidio di Concetta Marruocco, Panariello è condannato all’ergastolo il 17 dicembre 2024. Anche contro questa sentenza è presentato ricorso in appello, la cui data di udienza non è ancora fissata.

Un caso che riaccende il dibattito sulla tutela delle vittime

La vicenda di Cerreto d’Esi torna a porre l’attenzione sull’efficacia delle misure di protezione previste per le vittime di violenza domestica.
Nel caso di Concetta Marruocco, il braccialetto elettronico applicato al marito non ha segnalato in tempo la violazione del divieto di avvicinamento, impedendo un intervento tempestivo.

Il caso è diventato simbolo delle criticità del sistema di prevenzione dei femminicidi e ha riacceso il dibattito sulla necessità di strumenti di monitoraggio più efficaci e di supporto continuativo alle donne vittime di violenza.