Mamma picchia il figlio e lo costringe ad accusare il padre delle violenze
Un intreccio di violenze domestiche, menzogne e denunce infondate. È questa la vicenda che ha travolto per anni un commerciante di San Valentino Torio, accusato ingiustamente di maltrattamenti da part...
Un intreccio di violenze domestiche, menzogne e denunce infondate. È questa la vicenda che ha travolto per anni un commerciante di San Valentino Torio, accusato ingiustamente di maltrattamenti da parte dell’ex compagna. Oggi, dopo due sentenze definitive, la donna — 48 anni — è stata condannata a 4 anni e 10 mesi di reclusione. Il figlio, al centro della contesa, è stato affidato in via esclusiva al padre.
La manipolazione sul minore
Secondo le indagini e le sentenze, la donna picchiava il bambino per convincerlo a rifiutare gli incontri con il padre e a denunciarlo falsamente. In più occasioni lo portava in ospedale per ottenere referti da usare contro l’ex compagno. Anche lei stessa ricorreva al pronto soccorso per procurarsi certificati medici utili a sostenere accuse inventate.
Un sistema fatto di calunnie e simulazioni che ha inciso profondamente sulla vita del commerciante, costretto persino a indossare un braccialetto elettronico a seguito delle false denunce.
La persecuzione quotidiana
La strategia della 48enne, come ricostruito dagli atti giudiziari, puntava a spezzare ogni legame tra padre e figlio. Telefonate interrotte, videochiamate bloccate, segnalazioni ai carabinieri durante i momenti trascorsi con il bambino. In un episodio, l’uomo fu costretto a trascorrere un intero pomeriggio nella caserma di Marina di Camerota per giustificare la presenza del figlio con sé.
La persecuzione si è estesa anche ai social: post offensivi, insulti, foto del minore utilizzate come arma di denigrazione pubblica. La reputazione del commerciante e persino la sua attività lavorativa sono state compromesse da accuse false e diffamazioni online.
Le decisioni dei giudici
Le sentenze hanno chiarito i contorni della vicenda: stalking, diffamazione, calunnia e mancata esecuzione dolosa di provvedimenti giudiziari. Il 13 maggio 2023 il Tribunale civile di Nocera ha disposto l’affido super esclusivo del minore al padre, sospendendo qualsiasi incontro con la madre e imponendole il divieto di avvicinamento.
Per difendersi da nuove accuse, il commerciante è stato costretto a documentare ogni telefonata e ogni spostamento con il figlio, persino installando una videocamera a bordo dell’auto.
La perizia psichiatrica
Una perizia ha descritto la donna come personalità emotivamente instabile, incline alla menzogna e ai comportamenti manipolatori, soprattutto nei confronti del figlio. Questo profilo ha rafforzato il quadro accusatorio portando alla condanna definitiva e al suo ingresso in carcere.
Una storia che ribalta i ruoli
In un contesto in cui spesso le cronache riportano vicende di violenze maschili, questo caso ribalta i ruoli: la vittima è un padre che per anni ha combattuto per difendere la propria dignità e il diritto di crescere il figlio.
L’avvocato Maria Rosaria Crispo, che ha assistito l’uomo, commenta:
«Troppi padri vivono anni a elemosinare tempo con i figli, tra tribunali, assistenti sociali e forze dell’ordine, mentre vengono ingiustamente dipinti come mostri. Ogni vittima merita protezione, ma le affermazioni vanno sempre verificate senza pregiudizi».