Questa mattina gli studenti del Liceo “Antonio Genovesi”, in piazza del Gesù Nuovo, hanno occupato il plesso anticipando l’ingresso e issando uno striscione con la scritta “Genovesi Occupato”. A seguire, anche il Liceo Vico ha avviato un’occupazione analoga. Le iniziative — spiegano gli studenti — si inseriscono in una mobilitazione nazionale contro le politiche del governo in relazione alla crisi di Gaza e in solidarietà con lo sciopero dei portuali di Genova.
Il fatto
Gli studenti del “Genovesi” dichiarano di aver forzato l’avvio delle attività alle prime ore del mattino per proclamare l’interruzione della didattica: nulla si terrà come lezione tradizionale, spiegano, ma assemblee e iniziative autogestite per tutta la settimana. Lo striscione “Genovesi Occupato” è stato affisso all’ingresso del plesso in piazza del Gesù Nuovo.
Le motivazioni
Nel comunicato degli occupanti si legge che l’azione nasce «dalla volontà di rompere il silenzio che, secondo noi, ha legittimato la complicità del governo italiano rispetto al massacro palestinese». Gli studenti si rivolgono direttamente al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, accusando l’esecutivo di non aver ascoltato la richiesta di interventi concreti in favore della popolazione palestinese. L’intento dichiarato è trasformare la scuola in uno spazio di informazione, confronto e azione collettiva, non in un luogo di svago.
La diffusione della protesta
Secondo gli studenti, la mobilitazione coinvolge già altri istituti superiori sul territorio nazionale. A Napoli, all’occupazione del Genovesi ha fatto seguito un’azione simile al Liceo Vico, dove gli studenti hanno ribadito lo stesso messaggio e la stessa modalità: assemblee, dibattiti e attività autogestite anziché lezioni regolari.
Contesto e riferimenti
Le azioni sono collegate alla campagna di protesta lanciata da gruppi e lavoratori, tra cui i portuali di Genova, che hanno indetto uno sciopero nazionale. Gli occupanti sottolineano che la loro è una forma di disobbedienza civile mirata a sollevare attenzione pubblica e politica sulla questione palestinese.
Cosa succederà
Gli studenti hanno annunciato che l’occupazione proseguirà «finché necessario» per sostenere la mobilitazione nazionale. Le scuole rimarranno aperte come luoghi di dibattito interno; eventuali interventi dell’istituzione scolastica o delle forze dell’ordine non sono ancora segnalati.