Bonus da 350 euro, è possibile fare domanda
Negli ultimi mesi molti lavoratori hanno chiesto chiarimenti su un presunto “bonus” capace di aumentare la tredicesima fino a 350 euro netti.In realtà, non si tratta di un incentivo statale o di una m...
Negli ultimi mesi molti lavoratori hanno chiesto chiarimenti su un presunto “bonus” capace di aumentare la tredicesima fino a 350 euro netti.
In realtà, non si tratta di un incentivo statale o di una misura una tantum, ma di una scelta volontaria di natura contrattuale: la possibilità di ricevere ogni mese, direttamente in busta paga, la quota maturata del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) invece di lasciarla accantonare.
Una soluzione che promette più liquidità immediata, ma che richiede attenzione e consapevolezza, come ricordano i commercialisti e i consulenti del lavoro.
Perché si parla di un aumento fino a 350 euro
L’incremento nasce da un diverso calcolo delle trattenute e delle mensilità aggiuntive.
Ricevendo il TFR mensilmente, aumenta la base imponibile della retribuzione e, di conseguenza, la quota su cui si calcola la tredicesima. In alcuni casi, questo meccanismo può generare un effetto netto di circa 300–350 euro in più rispetto a chi lascia il TFR accantonato.
Di fatto, si anticipa una parte di quanto sarebbe spettato al termine del rapporto di lavoro, spostando una quota della retribuzione “dal domani all’oggi”.
Le condizioni per aderire
L’operazione non è automatica. Per poter ricevere il TFR in busta paga servono tre condizioni fondamentali:
Disponibilità del datore di lavoro: l’azienda deve accettare e gestire la richiesta.
Compatibilità contrattuale: non tutti i contratti collettivi (CCNL) consentono questa opzione.
Richiesta entro la scadenza: la domanda va presentata formalmente, di norma entro il mese di ottobre.
Superata la scadenza, la possibilità di attivare l’anticipo viene rinviata all’anno successivo.
Vantaggi e limiti dell’anticipo TFR
I consulenti sottolineano che la scelta può essere utile, ma non è priva di conseguenze.
Ecco i principali pro e contro:
Vantaggi
Incremento della tredicesima e della liquidità mensile.
Nessun intervento normativo esterno: tutto avviene in busta paga.
Meccanismo trasparente e gestibile internamente all’azienda.
Limiti
Riduzione del TFR accantonato e quindi della somma che si riceverà a fine rapporto.
Non tutti i datori di lavoro o contratti collettivi ammettono l’anticipo.
Possibili effetti sul calcolo dei contributi e delle trattenute fiscali.
Scadenza ravvicinata per presentare la richiesta (ottobre).
Per chi conviene davvero
Il vantaggio dell’anticipo TFR è più evidente per i lavoratori con redditi medio-bassi, che percepiscono un incremento netto immediato più significativo.
Può essere una soluzione utile per chi ha spese concentrate a fine anno, come mutui, bollette o conguagli, o per chi preferisce maggior liquidità immediata rispetto a un risparmio futuro.
Al contrario, per chi punta a preservare il TFR come forma di liquidazione o risparmio previdenziale, l’opzione potrebbe risultare meno conveniente.
In particolare, chi ha già destinato il TFR a un fondo pensione complementare non può generalmente richiedere l’erogazione mensile.
Prudenza e valutazione individuale
Gli esperti raccomandano massima cautela: il beneficio immediato può essere reale, ma va valutato in base alla propria situazione contrattuale e alle prospettive a lungo termine.
Ogni lavoratore dovrebbe considerare:
l’impatto sulla futura liquidazione,
la tassazione complessiva,
la presenza di eventuali fondi integrativi,
e la capacità dell’azienda di gestire l’opzione.
Come sottolineano i commercialisti, «l’effetto positivo in busta paga è certo, ma non gratuito: deriva da una scelta strutturale che modifica l’equilibrio tra reddito presente e risparmio futuro».