Sempre più istituti scolastici in Italia introducono regole precise sull’abbigliamento da indossare in classe. Le circolari dei dirigenti scolastici mirano a garantire un aspetto considerato sobrio, decoroso e ordinato, vietando capi ritenuti troppo “informali” o potenzialmente “distraenti”.

Capi di abbigliamento vietati a scuola

Nelle nuove disposizioni finiscono sotto osservazione diversi indumenti, tra cui:

top corti e canottiere;

magliette che lasciano scoperte spalle e addome;

scollature profonde;

gonne e pantaloni troppo corti;

jeans strappati;

cappelli e cappucci durante le lezioni.

Un esempio è la circolare emanata in un istituto di Villa San Giovanni e in una scuola di Pisa, dove si specifica che non sono ammessi abiti attillati, trasparenti, short, minigonne e pantaloni a vita bassa.

Accessori e look personale

Oltre all’abbigliamento, alcune scuole regolano anche accessori e dettagli estetici:

vietate unghie finte per motivi di sicurezza;

limitati trucchi appariscenti e capelli dai colori accesi;

sconsigliati accessori vistosi e piercing eccessivi;

per i ragazzi, attenzione particolare a barbe lunghe o non curate.

Il parere degli studenti

Un sondaggio di Skuola.net condotto su quasi 3.000 studenti rivela che:

circa il 30% deve prestare quotidianamente attenzione al proprio abbigliamento per evitare richiami o sanzioni;

solo 1 studente su 5 può vestirsi liberamente;

il 55% riceve semplicemente una raccomandazione a presentarsi con un abbigliamento adeguato.

Le posizioni ufficiali

Sul tema non mancano le polemiche.

Il vicepresidente di DirigentiScuola, Roberto Mugnai, invita i presidi a non emanare disposizioni senza prima un confronto con tutte le componenti scolastiche.

Il Codacons si dichiara contrario alle circolari sul dress code, ritenendole eccessivamente restrittive.