Il rientro in classe si preannuncia particolarmente oneroso per le famiglie campane. Secondo le ultime stime, la spesa media raggiunge i 580 euro per studente delle scuole medie e arriva fino a 1.250 euro per gli studenti delle superiori.

Prezzi dei libri e del materiale scolastico in crescita

La situazione è aggravata dalle osservazioni dell’Antitrust, che ha accusato l’editoria italiana di limitare la concorrenza, contribuendo così all’aumento dei prezzi.

I dati Istat confermano la tendenza:

+2,8% per i libri scolastici secondo l’Unione Nazionale Consumatori (UNC);

aumenti consistenti per penne, quaderni e materiale di cancelleria;

+6% per gli alloggi universitari, con un impatto diretto sulle famiglie che sostengono spese per studenti fuori sede.

Libri digitali: un risparmio mancato

Nonostante l’introduzione degli e-book, l’impatto sul portafoglio delle famiglie è stato minimo. Oggi, il 95% delle classi utilizza ancora la versione cartacea affiancata al digitale, che non può essere rivenduto, rendendo vano il potenziale risparmio.

Strategie di risparmio adottate dalle famiglie

Per contenere le spese, i genitori ricorrono sempre più spesso a:

mercato dell’usato, con risparmi fino al 50% grazie alla compravendita tra studenti o piattaforme online;

acquisti in grande distribuzione o e-commerce, che offrono sconti fino al 15% rispetto alle librerie tradizionali;

economia della condivisione, con studenti che si scambiano testi o li acquistano in coppia per dividerne i costi.

Alcuni istituti campani hanno introdotto ulteriori misure: acquisti collettivi all’ingrosso, comodato d’uso gratuito dei testi o distribuzione di dispense redatte dai docenti.

Le misure del Governo e le richieste delle famiglie

Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato un incremento del fondo per l’acquisto dei libri di testo destinato alle famiglie meno abbienti. Una misura utile, ma che secondo le associazioni dei consumatori non affronta il problema strutturale.

Molti genitori chiedono ai docenti di non cambiare edizione dei testi ogni anno, per permettere agli studenti di riutilizzare i libri di fratelli o cugini. Come sottolinea Michele Massimo, attivo nelle associazioni dei consumatori napoletane:

«Cambiare edizione solo per minime differenze è una pratica da fermare. Anche i dirigenti scolastici dovrebbero vigilare, facendo rispettare il tetto di spesa imposto dal ministero».