Donato Esposito è uno dei tanti italiani che hanno perso tempo, denaro e vacanze a causa di un truffatore attivo online. La sua vicenda, purtroppo simile a quella di molte altre famiglie, racconta una realtà ormai tristemente diffusa: le truffe delle case vacanza inesistenti.

Una vacanza sognata tutto l’anno
Donato lavora duramente per concedersi quindici giorni di ferie all’anno, da trascorrere con la moglie e i due figli, di 5 e 7 anni. Lo scorso aprile aveva iniziato a cercare una sistemazione per le vacanze estive, con l’obiettivo di passare la seconda metà di agosto nel Cilento.

Tra le varie offerte, un annuncio sui social ha attirato la sua attenzione: una casetta a Pisciotta, a pochi metri dal mare, proposta a 300 euro per l’intero soggiorno. Un prezzo estremamente basso, tanto da fargli pensare: «Quasi regalata», come ha poi raccontato lui stesso.

La finta trattativa
Donato ha contattato il presunto locatore, che si è presentato con il nome di Giuseppe – probabilmente falso – e ha descritto in modo dettagliato la casa. L’uomo, con voce da 50enne, ha spiegato che, vista l’elevata richiesta, sarebbe stato necessario versare un acconto di 150 euro per bloccare la prenotazione.

L’IBAN fornito era collegato a una carta Postepay ricaricabile. Dopo un rapido confronto con la moglie, Donato ha deciso di fidarsi e ha inviato l’anticipo.

Il silenzio e la scoperta della truffa
Pochi giorni dopo il pagamento, il fantomatico Giuseppe ha smesso di rispondere ai messaggi. Nessuna risposta nemmeno alle domande pratiche, come dove ritirare le chiavi dell’appartamento. A quel punto Donato ha intuito di essere stato truffato.

Per avere conferma, ha chiesto al cognato di contattare lo stesso numero da un’altra utenza, con un nome diverso. Giuseppe ha risposto, offrendo la stessa casa e chiedendo la solita caparra di 150 euro.

La denuncia e l’amara conferma
Donato si è quindi rivolto ai Carabinieri per sporgere denuncia. Dalle indagini iniziali è emerso che la carta prepagata sulla quale aveva versato il denaro era intestata a una donna di 80 anni – verosimilmente ignara o vittima anche lei – e che il truffatore in questione aveva già colpito numerose altre persone, utilizzando lo stesso schema: annunci falsi sui social e sul web per una casa che in realtà non esisteva.