Maxi operazione della Guardia di Finanza di Mondragone e della Capitaneria di Porto che hanno eseguito il sequestro del Lido Nettuno, storico stabilimento balneare situato sul litorale domizio. Il provvedimento è stato disposto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, nell’ambito di un’indagine su infiltrazioni camorristiche nella gestione delle concessioni balneari.
Proprietà riconducibile alla famiglia Zagaria
Lo stabilimento risulta intestato alla Lido Nettuno Srl, riconducibile ai fratelli Guido e Raffaele Zagaria, cugini del boss Michele Zagaria, capo del clan dei Casalesi, arrestato nel 2011 dopo 16 anni di latitanza.
Guido Zagaria, attualmente detenuto in carcere, è condannato a 10 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso con sentenza definitiva nel 2023. La concessione demaniale del lido era formalmente decaduta dal 2015, in base a quanto stabilito dal Codice Antimafia, dopo che nel 2011 la sezione misure di prevenzione del tribunale aveva disposto nei suoi confronti la sorveglianza speciale.
Sulla spiaggia lavoratori in nero e pregiudicati
Al momento dell’apposizione dei sigilli, le forze dell’ordine hanno trovato Pietro Fontana, cognato di Guido Zagaria, sul posto in qualità di gestore. Anche lui è un pregiudicato per reati di camorra, condannato in via definitiva nel 2004 dalla Corte d’Appello di Napoli.
Con lui erano presenti Domenico Zagaria, figlio di Guido, che ha ammesso di lavorare in nero nello stabilimento, e altri due dipendenti non contrattualizzati.
La richiesta (irregolare) di proroga della concessione
Secondo gli accertamenti, Raffaele Zagaria aveva presentato lo scorso marzo al Comune di Castel Volturno una richiesta di adesione al piano di rientro e compensazioni per ottenere la proroga della concessione. Tuttavia, la mancata presentazione dei bilanci societari relativi al 2005 ha fatto emergere l’irregolarità della domanda.
Il sindaco Pasquale Marrandino ha dichiarato che già a inizio anno era avviata la procedura per la revoca della concessione, dopo aver richiesto alla società i certificati dei carichi penali pendenti, mai consegnati.