La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale in relazione alla morte di Michele Noschese, noto con il nome d’arte Dj Godzi, 35 anni, originario di Napoli e deceduto a Ibiza in circostanze ancora da chiarire. In quanto autorità competente per i reati che coinvolgono cittadini italiani all’estero, la magistratura romana ha disposto il sequestro della salma, giunta nelle scorse ore in Italia, per consentire ulteriori accertamenti medico-legali.
Secondo la ricostruzione preliminare, Noschese sarebbe morto dopo essere immobilizzato dagli agenti della Guardia Civil spagnola, intervenuti per sedare un episodio di forte agitazione durante il quale l’uomo avrebbe minacciato un vicino con un coltello. La dinamica dell’intervento delle forze dell’ordine è ora al centro dell’inchiesta italiana.
Nella giornata di ieri, su incarico della Procura di Roma, Pino Noschese — padre del dj — è ascoltato in questura a Napoli. Agli investigatori italiani ha confermato quanto già dichiarato alle autorità spagnole, riportando di aver saputo da un amico del figlio che Michele sarebbe colpito dagli agenti durante il fermo, per poi morire poco dopo.
«Non entro nel merito di quello che è accaduto, ma in Italia, se una persona è in forte stato di agitazione e ha difficoltà respiratorie, si chiama un servizio di emergenza sanitaria, non si chiede l’intervento della polizia», ha dichiarato Pino Noschese.
Secondo la versione fornita dalla Guardia Civil, la morte del giovane sarebbe riconducibile a un arresto cardiocircolatorio causato dalla “assunzione continuata di sostanze stupefacenti”, come emerso dall’autopsia svolta in Spagna. Le autorità iberiche sostengono inoltre che sul corpo non siano stati rilevati segni evidenti di lesioni.
Tuttavia, ulteriori esami richiesti dalla famiglia Noschese avrebbero invece rilevato fratture alle costole e alle clavicole, elementi che sollevano nuovi interrogativi sull’accaduto. Alla luce di queste discrepanze, non si esclude che la magistratura italiana possa disporre nuovi approfondimenti autoptici e medico-legali nei prossimi giorni.
L’inchiesta resta aperta, mentre prosegue il lavoro degli inquirenti per ricostruire con precisione la catena degli eventi che ha portato alla morte del trentacinquenne napoletano.