Proseguono le indagini della Procura di Paola sul grave caso di botulismo che ha provocato due morti e diversi ricoveri in ospedale. Al momento risultano indagate nove persone, tra cui il venditore ambulante di Diamante e tre rappresentanti legali della ditta che confeziona e distribuisce il prodotto incriminato. Le accuse, a vario titolo, sono di omicidio colposo, commercio di sostanze alimentari nocive e lesioni personali.

Il punto cruciale della vicenda, emerso anche dall’interrogatorio del venditore, riguarda un barattolo di cime di rape che sarebbe rimasto aperto per l’intera giornata ed esposto al sole. L’uomo, 33 anni, ha dichiarato ai magistrati di averlo fatto «per mostrarlo ai clienti». Secondo gli inquirenti, questa condotta potrebbe aver favorito lo sviluppo della tossina responsabile del focolaio di botulismo confermato dall’Istituto Superiore di Sanità nei primi tre campioni analizzati.

La situazione clinica
Diciotto le persone che hanno consumato il panino contenente il prodotto contaminato:

14 ricoverati all’ospedale di Cosenza (5 in Terapia intensiva, 3 in Pediatria, 6 in Area medica).

2 ricoverati a Napoli.

2 deceduti nei giorni scorsi.

Le condizioni dei pazienti stanno gradualmente migliorando, ma la Procura mantiene alta l’attenzione per la gravità dell’episodio.

Un caso che tocca anche i turisti
Tra gli intossicati figurano anche vacanzieri giunti sull’Alto Tirreno cosentino da altre regioni. L’episodio rischia così di avere ripercussioni anche sul fronte dell’immagine turistica del territorio.

Il venditore, difeso dall’avvocato Francesco Liserre, si è detto «profondamente addolorato» e ha espresso vicinanza alle famiglie delle vittime, augurando una pronta guarigione ai ricoverati.