A 15 anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, il cosiddetto sindaco pescatore ucciso ad Acciaroli il 5 settembre 2010, la vicenda giudiziaria resta ancora aperta. Al centro dell’attenzione è tornato Fabio Cagnazzo, colonnello dei Carabinieri coinvolto nell’inchiesta della Procura di Salerno, il quale ha affidato a Facebook un lungo messaggio in cui proclama nuovamente la sua estraneità ai fatti.

Scarcerato a maggio dal Tribunale del Riesame, dopo sei mesi di detenzione preventiva, Cagnazzo è tra gli indagati per cui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Nel suo post, il colonnello ha voluto ringraziare quanti gli hanno espresso solidarietà in un momento definito da lui stesso “doloroso”.

Il post del colonnello: “Mai tradito il mio giuramento”
«Desidero ribadire ancora una volta – e questa volta lo faccio personalmente, non tramite i miei avvocati – la mia totale estraneità ai fatti contestati», scrive Cagnazzo, sottolineando di avere “serenità e determinazione” e ringraziando amici, colleghi e conoscenti che gli sono stati vicini.

Nel messaggio, il colonnello fa riferimento alle motivazioni del Tribunale del Riesame, depositate dopo la sua scarcerazione, che fanno seguito all’annullamento da parte della Corte di Cassazione di una precedente ordinanza cautelare.

«La Suprema Corte aveva evidenziato gravi carenze in tema di gravità indiziaria, carenze che non possono essere ignorate. Per questo motivo, ricorreremo nuovamente in Cassazione», ha dichiarato.

“Ferito, ma ancora servitore della Repubblica”
Con oltre 30 anni di servizio alle spalle, Cagnazzo afferma di non aver mai “tradito il giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana”. Ricorda inoltre che, negli anni passati, la sua posizione è stata oggetto di tre richieste di archiviazione.

«Sono ferito, ma ancora convinto servitore della brava gente. Questa vicenda non mi appartiene», prosegue il colonnello, precisando che la verità potrà emergere dalle oltre 80mila pagine di atti che compongono il fascicolo processuale.

Infine, conclude con un messaggio di fiducia nella magistratura:

«Il rancore non mi appartiene. Continuo ad avere fiducia nella Giustizia».