Con l’introduzione di criteri più rigidi per l’accesso all’Assegno di inclusione (Adi), il numero dei beneficiari risulta quasi dimezzato rispetto al precedente Reddito di cittadinanza (Rdc). Nel 2025, il governo ha previsto un contributo straordinario una tantum fino a 500 euro per supportare i nuclei familiari che affronteranno il mese di sospensione obbligatoria previsto dopo 18 mesi consecutivi di fruizione dell’Adi.
Il bonus, introdotto tramite un emendamento al decreto legge Ilva, attualmente all’esame del Senato, mira a coprire la mensilità di pausa prima del possibile rinnovo dell’Adi per ulteriori 12 mesi, come stabilito dalla normativa. La sospensione è stata concepita per incentivare l’attivazione lavorativa dei beneficiari.
Come funziona il contributo straordinario
Destinatari: famiglie che nel 2025 avranno completato il primo ciclo di 18 mesi dell’Adi e saranno ammesse al rinnovo
Importo massimo: 500 euro, variabile in base all’ultima mensilità percepita
Tempistica: il bonus sarà versato con la prima mensilità del rinnovo, comunque entro dicembre 2025
Platea prevista: circa 506.000 nuclei familiari
Costo per lo Stato: circa 234 milioni di euro
Importo medio stimato: 462 euro
La platea iniziale stimata era di 533mila nuclei, ridotta del 5% per tener conto di una quota fisiologica di famiglie che, come già accaduto con il Reddito di cittadinanza, potrebbero non presentare domanda di rinnovo.
Assegno di inclusione: dati aggiornati e confronto con il Rdc
L’Adi è operativo da gennaio 2024, in sostituzione del Reddito di cittadinanza, abolito a fine 2023. Secondo i dati INPS:
2024: raggiunti circa 766mila nuclei per 1,84 milioni di persone
Importo medio mensile: 617 euro
Primo trimestre 2025: scesi a 672mila nuclei (1,57 milioni di beneficiari), con un importo medio salito a 723 euro grazie alla legge di bilancio 2025
Per confronto, il Rdc aveva raggiunto nei momenti di picco oltre 1,3 milioni di nuclei familiari.
Povertà in Italia: i dati Istat
Secondo l’Istat, nel 2023 2,2 milioni di famiglie vivevano in povertà assoluta, pari all’8,4% del totale. Nel 2024, la situazione non è migliorata:
23,1% della popolazione (13,5 milioni di persone) a rischio povertà o esclusione sociale
Grave deprivazione materiale: stabile al 4,6%
Famiglie con bassa intensità lavorativa: 9,2%
Il quadro conferma l’importanza di strumenti di contrasto alla povertà efficaci, seppur ricalibrati rispetto al passato.





