Confisca da oltre 1,5 milioni di euro nei confronti di un imprenditore 54enne di Angri, M.M., accusato di gravi reati fiscali. Il provvedimento è stato eseguito dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, a conclusione di un’articolata indagine condotta dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Salerno, diretto dal colonnello Claudio Molinari.
Confiscati immobili, aziende e auto di lusso
Il sequestro ha interessato:
Complessi aziendali
Autoveicoli di elevato valore
Unità immobiliari, tra cui una nel prestigioso quartiere Parioli di Roma
Il valore complessivo dei beni sottratti al controllo dell’imprenditore supera 1,5 milioni di euro.
Le sentenze: evasione e omesso versamento delle imposte
I provvedimenti di confisca derivano da due sentenze di condanna:
Una emessa nel 2017 dal Tribunale di Salerno
L’altra dalla Corte d’appello di Campobasso
L’imprenditore, in qualità di amministratore di una società attiva nel commercio di carni, è stato riconosciuto colpevole di:
Omessa dichiarazione dei redditi, Omessa dichiarazione IVA, Omesso versamento delle imposte
Le condanne prevedevano già la misura di confisca dei beni, eseguita solo parzialmente all’epoca per l’incapienza del patrimonio disponibile.
Finta separazione per eludere la confisca
Un elemento chiave dell’indagine riguarda la separazione “fittizia” dalla moglie, avvenuta poco prima che le sentenze diventassero definitive. Secondo le Fiamme Gialle, la separazione era un atto strumentale per proteggere i beni da eventuali sequestri.
Nonostante la separazione, è emerso che la coppia:
Continuava a convivere
Viaggiava insieme e soggiornava in strutture turistiche
Pubblicava foto di famiglia sui social, confermando un’unione di fatto ancora esistente
Patrimonio intestato a moglie e figlio
Le indagini hanno permesso di ricostruire una fitta rete di intestazioni fittizie, che hanno portato alla luce:
Una società di bar e tabacchi
Due ditte individuali
Autoveicoli e immobili di pregio
Tutti beni formalmente intestati alla moglie e al figlio, ma riconducibili direttamente a M.M., come accertato dagli investigatori.
La dichiarazione della Procura
“L’operazione si inserisce in un quadro più ampio di attività finalizzate all’aggressione dei patrimoni illecitamente acquisiti e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali”, ha dichiarato il Procuratore facente funzioni di Isernia, Marco Gaeta.
L’azione, sottolinea la Guardia di Finanza, tutela la parte sana dell’economia nazionale, contrastando chi altera il mercato attraverso l’evasione fiscale e il reimpiego di proventi illeciti.