Tragedia nel carcere di Secondigliano, a Napoli, dove un Sovrintendente della Polizia Penitenziaria, 58 anni, di origini napoletane, si è tolto la vita sparandosi, presumibilmente con la propria arma d’ordinanza, nel parcheggio della struttura.

È il terzo suicidio tra gli agenti nel 2025
Il drammatico gesto rappresenta il terzo suicidio tra gli operatori penitenziari dall’inizio del 2025. A denunciarlo è Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato UILPA Polizia Penitenziaria, che evidenzia anche i numeri allarmanti relativi ai detenuti: 36 suicidi solo quest’anno.

“È il segnale evidente di un sistema carcerario al collasso – commenta De Fazio – che priva operatori e detenuti di ogni speranza.”

Emergenza carceri: personale ridotto e turni massacranti
Il rappresentante sindacale denuncia una situazione ormai insostenibile: 16.000 detenuti in sovrannumero, 18.000 agenti mancanti, turni di servizio che arrivano fino a 26 ore consecutive, con straordinari non pagati o pagati meno dell’orario ordinario. De Fazio parla apertamente di un vero e proprio “caporalato di Stato”.

Carceri come luoghi di assuefazione alla violenza
Secondo UILPA, la pressione costante, unita a condizioni di lavoro estreme, può avere un effetto devastante sulla salute mentale degli agenti.

“Sappiamo che il suicidio è il risultato di molteplici fattori – psicologici, biologici, sociali – ma siamo convinti che il lavoro in carcere giochi un ruolo determinante”, afferma ancora De Fazio.

Il timore espresso è che la continua esposizione a omicidi, risse, autolesionismo, abusi e suicidi stia portando a una pericolosa assuefazione alla tragedia, riducendo la percezione della gravità e irreversibilità di gesti estremi come quello compiuto dal Sovrintendente.