Il giorno dedicato alla festa della mamma si è trasformato in una tragedia sconvolgente per la comunità di Favara, cittadina di circa trentamila abitanti nell’entroterra agrigentino. Valeria Di Gloria, 41 anni, madre di cinque figli, ha deciso di porre fine alla propria vita in maniera estrema, dandosi fuoco all’interno di un distributore di carburante lungo la provinciale che collega Aragona Caldare a Favara.

I fatti: l’intervento e le indagini
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il dramma si è consumato nella mattinata di domenica. Un vigile del fuoco fuori servizio, passando nei pressi dell’impianto, ha notato una colonna di fumo e ha immediatamente dato l’allarme, allertando la centrale operativa dei pompieri e le forze dell’ordine. All’arrivo dei soccorsi, la scena era drammatica: una Fiat Punto completamente avvolta dalle fiamme e il corpo carbonizzato di una donna poco distante.

In un primo momento, le ipotesi investigative avevano preso in considerazione la possibilità di un incidente, forse legato a un malfunzionamento dell’impianto. Tuttavia, i successivi accertamenti tecnici hanno escluso anomalie nei distributori, orientando l’attenzione verso un’altra pista.

Le immagini della videosorveglianza
Determinanti si sono rivelate le immagini delle telecamere di sorveglianza installate nel distributore. I filmati mostrano chiaramente la donna mentre cosparge di benzina la propria auto – una vettura alimentata a gasolio – e successivamente appicca il fuoco, provocando un’esplosione che non le ha lasciato scampo.

Un gesto estremo che scuote la comunità
Valeria Di Gloria era separata dal marito e, secondo fonti investigative, stava attraversando un periodo personale particolarmente difficile. Gli inquirenti stanno ora cercando di ricostruire le motivazioni alla base del gesto, raccogliendo testimonianze da familiari e conoscenti per comprendere eventuali segnali pregressi di disagio.

Il dramma ha scosso profondamente l’intera comunità di Favara. In molti, sui social e nelle piazze, hanno espresso cordoglio e incredulità di fronte a un gesto tanto estremo, consumatosi proprio in una giornata simbolicamente dedicata alla maternità.