A partire da giugno 2025, alcuni pensionati italiani vedranno l’importo del loro assegno ridotto fino a 50 euro al mese. La misura, annunciata dall’INPS, sarà in vigore fino a settembre e coinvolgerà esclusivamente chi ha ricevuto nel 2022 un bonus che ora risulta più alto del dovuto.

Taglio temporaneo? È un conguaglio del bonus Draghi
Tecnicamente non si tratta di un taglio alle pensioni, ma di un conguaglio fiscale. L’INPS ha chiarito che l’intervento serve a recuperare importi erogati in eccesso nel 2022 sotto forma di bonus una tantum, previsto dal Decreto Aiuti del governo Draghi per contrastare il carovita e l’aumento dei prezzi energetici.

In quell’occasione furono distribuiti:

200 euro per chi aveva un reddito inferiore a 35.000 euro,

350 euro per chi dichiarava meno di 20.000 euro annui.

Perché l’INPS richiede la restituzione del bonus
Il problema è nato dal fatto che il bonus venne calcolato in maniera automatica, sulla base delle dichiarazioni dei redditi 2021, senza tenere conto con precisione di trattenute Irpef e conguagli fiscali che, in alcuni casi, facevano superare il limite di reddito richiesto.

Solo dopo verifiche più approfondite, l’INPS ha accertato che alcuni beneficiari non avevano diritto all’intero importo ricevuto.

Chi dovrà restituire e come avverrà il recupero
Il rimborso del bonus non spettante sarà scaglionato in quattro mensilità, da giugno a settembre 2025, con una decurtazione fino a 50 euro al mese sulla pensione. In alternativa, nei casi in cui non sia possibile trattenere direttamente l’importo, i pensionati riceveranno una comunicazione tramite PagoPA con istruzioni per il pagamento.

I soggetti coinvolti sono:

Pensionati con redditi fino a 35.000 euro annui, che hanno ricevuto 200 euro,

Pensionati con redditi sotto i 20.000 euro annui, che hanno percepito 350 euro.

INPS: “Recupero diluito per ridurre l’impatto economico”
L’INPS ha specificato che la decisione di spalmare il recupero su più mesi è finalizzata a mitigare l’impatto economico per i pensionati. Si è evitato, quindi, un unico prelievo più consistente, che avrebbe potuto creare disagi economici immediati.