Il giudice per le udienze preliminari di Napoli, Federica De Bellis, ha accolto le richieste della Procura partenopea infliggendo l’ergastolo a Paolo Carolei, Antonio Lucchese e Catello Romano, ritenuti responsabili, a vario titolo, di una serie di omicidi di camorra nel Napoletano. Il provvedimento è emesso al termine di un processo che ha messo in luce dinamiche criminali particolarmente violente legate alla criminalità organizzata attiva nell’area vesuviana.

Ergastolo per Omicidi di Camorra
I tre imputati sono riconosciuti colpevoli di aver organizzato ed eseguito diversi omicidi nell’ambito delle faide tra clan. Tra questi, Catello Romano è identificato come il killer dell’omicidio di Carmine D’Antuono, avvenuto a Gragnano. Durante l’agguato, però, finì ucciso anche un innocente: Federico Donnarumma, estraneo ai fatti, rimasto vittima collaterale della ferocia camorristica. I familiari del giovane, la Fondazione Polis e il Comune di Castellammare di Stabia si sono costituiti parte civile e hanno ottenuto il risarcimento dei danni.

Il Mistero dell’Omicidio di Luigi Tommasino
Contestualmente, il gup ha disposto il rinvio a giudizio per Vincenzo D’Alessandro, ritenuto boss locale, e Sergio Mosca, entrambi accusati dalla Direzione Distrettuale Antimafia (pm Giuseppe Cimmarotta) di essere i mandanti dell’omicidio del consigliere comunale del PD Luigi Tommasino, assassinato a Castellammare di Stabia il 3 febbraio 2009.

Il delitto di Tommasino, già oggetto di condanne per i sicari materiali, resta tuttora avvolto nel mistero per quanto riguarda il movente. Le indagini della DDA hanno riaperto la pista dei mandanti, puntando alla cupola camorristica dell’epoca che avrebbe voluto eliminare il consigliere per ragioni ancora non del tutto chiarite.

Le Altre Condanne
Nel medesimo procedimento sono emesse ulteriori condanne:

Salvatore Belviso, collaboratore di giustizia, è stato condannato a 30 anni di reclusione con riconoscimento delle attenuanti per la sua collaborazione.

Raffaele Polito e Renato Cavaliere, anch’essi pentiti, sono condannati rispettivamente a 19 e 16 anni di reclusione. Entrambi, insieme a Romano, fecero parte del commando che eseguì l’omicidio di Tommasino