Una vasta operazione antidroga ha colpito la provincia di Napoli, portando all’arresto di 13 persone coinvolte in un’organizzazione dedita al traffico di stupefacenti. La rete, attiva tra Ercolano, Portici, Napoli e la Penisola Sorrentina, operava con una struttura ben organizzata e con collegamenti diretti con il clan camorristico Ascione-Papale.
L’operazione e gli arresti
All’alba di ieri, i carabinieri della Compagnia di Torre del Greco hanno eseguito 13 arresti su ordine del GIP di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). Le indagini, avviate dopo l’arresto di Ciro Sannino, trovato in possesso di armi e droga, hanno permesso di individuare un’organizzazione strutturata in diverse “cellule” di spaccio.
Gli arrestati sono:
Ciro Bifolco (nato a Torre del Greco, 21/06/1973)
Raffaele Bifolco (nato a Napoli, 20/11/1976)
Francesco Ciotola (nato a Torre del Greco, 19/05/1990)
Carlo De Maio (nato a Torre del Greco, 31/10/1985)
Salvatore Del Prete (nato a Torre del Greco, 11/07/1985)
Giacomo Esposito (nato a Massa di Somma, 10/08/1990)
Giovanni Guida (nato a Torre del Greco, 28/01/1982)
Salvatore Gargiulo (nato a Lanusei, 08/11/1989)
Antonio Madonna (nato a San Giorgio a Cremano, 06/02/1990)
Vincenzo Nocerino (nato a Torre del Greco, 25/07/1996)
Salvatore Oliviero (nato a Torre del Greco, 07/01/1983)
Vincenzo Papillo (nato a Napoli, 30/07/1974)
Mario Cozzolino (nato a Massa di Somma, 01/01/1994)
Come operava l’organizzazione criminale
Secondo le indagini, il gruppo aveva una rete ben strutturata e gerarchica, con ruoli definiti tra corrieri, pusher e addetti alla trasformazione e confezionamento della droga, in particolare cocaina e crack. L’obiettivo era espandere il mercato dello spaccio, coprendo tutto il territorio vesuviano e raggiungendo anche la Penisola Sorrentina.
Sono 14 le piazze di spaccio individuate e smantellate nel corso dell’operazione. In alcuni casi, la vendita avveniva tramite contatti telefonici, mentre in altre circostanze la droga veniva consegnata direttamente a domicilio.
Il linguaggio in codice per eludere le intercettazioni
Per evitare di essere scoperti, gli indagati utilizzavano un linguaggio criptico nelle conversazioni telefoniche. Le dosi di droga venivano indicate con termini di uso comune, come:
“Ricariche telefoniche”, “giacche”, “scarpe”, “pizze”, “panini”, “vino”, “sigarette” e “stecche”
“Motorino” per riferirsi alla droga
“Rimasti a piedi” per segnalare l’esaurimento della merce
“Serve un passaggio” per indicare la quantità richiesta dagli acquirenti
Le intercettazioni telefoniche e ambientali sono state fondamentali per ricostruire il traffico illecito e individuare i responsabili.
Ruoli e vertici dell’organizzazione
A capo della rete ci sarebbero, secondo gli inquirenti:
Ciro e Raffaele Bifolco, ritenuti i leader del gruppo
Rosa Guardavaccaro, moglie di Raffaele Bifolco
Mario Cozzolino e Carlo De Maio, con ruoli di coordinamento
Assunta Scognamiglio, moglie di De Maio, al momento solo indagata
L’organizzazione operava con singole cellule dedicate allo spaccio, con una strategia mirata a evitare i controlli e a garantire una distribuzione capillare della droga sul territorio.