Il fenomeno delle aggressioni ai medici e agli operatori sanitari continua a essere una grave emergenza in Italia, soprattutto nei pronto soccorso. A lanciare l’allarme è Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, che evidenzia come gli episodi di violenza siano alimentati dalla crescente insoddisfazione della popolazione verso il sistema sanitario pubblico.

Un problema in aumento nei pronto soccorso
Dall’inizio del 2025, diversi episodi di aggressione si sono verificati nei pronto soccorso di Napoli. L’ultimo caso è avvenuto presso l’ospedale Pellegrini, dove il personale è stato nuovamente vittima di violenze da parte di pazienti o loro familiari esasperati.

Secondo Zuccarelli, il fenomeno è legato a diversi fattori:

Carenza di medici e operatori sanitari, che porta a lunghi tempi di attesa.
Frustrazione e ansia dei pazienti e dei loro familiari, spesso aggravata da una scarsa comunicazione.
Mancanza di presidi di sicurezza adeguati in alcune strutture.
Normative più severe, ma i risultati tardano ad arrivare
Negli ultimi mesi, sono state introdotte nuove misure legislative per arginare le aggressioni. In particolare:

Obbligo per i direttori generali di denunciare d’ufficio le aggressioni (senza necessità di una denuncia da parte della vittima).
Arresto in flagranza differita per gli aggressori e reclusione fino a 5 anni per chi danneggia strutture sanitarie.
Presidi di polizia nei pronto soccorso, anche se spesso attivi solo per 12 ore invece che 24.
Zuccarelli si chiede però se queste norme vengano applicate in modo uniforme in tutte le strutture e se siano realmente efficaci nel prevenire gli atti di violenza.

La soluzione: più sicurezza e migliore comunicazione
Oltre agli strumenti repressivi, serve un cambiamento nell’approccio alla gestione delle emergenze. Una proposta concreta è l’introduzione di una figura di mediazione nei pronto soccorso:

Un medico, un infermiere o un sociologo che possa interagire con i pazienti e i loro familiari, spiegando loro la situazione e riducendo ansia e tensione.

Questa soluzione è già stata sperimentata con successo presso l’ospedale Cardarelli, dove ha portato a una riduzione delle aggressioni del 20%.