Il dibattito sul reddito universale di base ha caratterizzato la politica italiana negli ultimi anni, mettendo in luce la difficoltà di conciliare assistenza sociale e sostenibilità economica. Oggi, una nuova misura si affaccia sul panorama delle politiche sociali: la Prestazione Universale, un sussidio economico rivolto agli anziani non autosufficienti che soddisfano specifici requisiti.
Ecco cosa sapere su questa iniziativa sperimentale, valida per il biennio 2025-2026 e approvata nel contesto del ddl anziani (Gazzetta Ufficiale n°76 del 2023).
Cos’è la Prestazione Universale?
La Prestazione Universale è un sostegno economico dedicato agli anziani con bisogni assistenziali gravissimi e un’età superiore agli 80 anni. Questa misura nasce per alleviare i costi legati alla cura e all’assistenza di persone non autosufficienti, andando a integrare l’assegno di accompagnamento attualmente in vigore.
Chi ottiene l’approvazione per il sussidio riceverà:
850 euro mensili come quota aggiuntiva.
Questi si sommeranno ai 551,76 euro previsti dall’assegno di accompagnamento.
Il totale potrà essere utilizzato esclusivamente per coprire le spese di assistenza domiciliare (ad esempio, il badante) o per i costi di una clinica.
Chi può richiederlo?
Per accedere alla Prestazione Universale, i richiedenti devono soddisfare i seguenti criteri:
Età minima di 80 anni.
Bisogno assistenziale di livello gravissimo, attestato da un parere medico e confermato dai dati presenti negli archivi dell’INPS.
ISEE inferiore o pari a 6.000 euro.
Residenza in Italia, obbligatoria per poter beneficiare del sussidio.
Questi requisiti garantiscono che l’aiuto sia destinato a chi ne ha realmente bisogno, riducendo al minimo il rischio di utilizzo improprio delle risorse pubbliche.
Revoca della Prestazione Universale
L’INPS, che gestisce l’erogazione del sussidio, ha stabilito meccanismi per controllare che la Prestazione Universale venga usata in modo corretto. In particolare:
I pagamenti devono essere tracciabili e destinati esclusivamente alle spese per l’assistenza dell’anziano beneficiario (badante o clinica).
Qualora venisse accertato che il denaro è stato impiegato per altri scopi, il sussidio verrà revocato a partire dal mese successivo.
Questa misura è stata introdotta per evitare abusi e garantire che i fondi pubblici siano utilizzati esclusivamente per il benessere delle persone non autosufficienti.
Sperimentazione e futuro della misura
La Prestazione Universale è, al momento, un progetto sperimentale, valido dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026. Tuttavia, se i risultati saranno positivi, potrebbe essere resa permanente con la prossima manovra finanziaria.
In caso di conferma, il governo dovrà valutare:
La sostenibilità economica della misura.
Eventuali modifiche all’importo mensile erogato.