Con un taglio di circa 7.800 posti tra docenti e personale tecnico-amministrativo (ATA), in Campania si teme la chiusura di molti plessi scolastici. La nuova Legge di Bilancio, infatti, prevede una riduzione di oltre 5.600 docenti e 2.174 unità di personale ATA a livello nazionale, una misura che, secondo la Uil Campania e la Uil Scuola Campania, mette a rischio l’intero sistema educativo.
Giovanni Sgambati e Roberta Vannini, rispettivamente segretario generale di Uil Campania e Uil Scuola Campania, esprimono profonda preoccupazione per le ripercussioni dei tagli, affermando che saranno ancora più difficili da affrontare in una regione già provata dal dimensionamento scolastico e dalle sue conseguenze.
La Scuola: Un Presidio Fondamentale per il Territorio
In Campania, le scuole non sono solo luoghi d’istruzione, ma anche presidi di legalità e centri di aggregazione sociale. Nelle aree interne e periferiche, le scuole rappresentano un riferimento di coesione sociale per le famiglie, oltre a costituire un simbolo della presenza dello Stato. La riduzione del personale scolastico rischia di compromettere il normale funzionamento delle istituzioni scolastiche e, di conseguenza, il diritto allo studio per molti studenti campani.
Secondo Sgambati e Vannini, il taglio del personale potrebbe portare alla chiusura di diversi plessi scolastici nelle aree più isolate, costringendo gli studenti a lunghe trasferte per raggiungere scuole più distanti. Questo scenario non solo priva le comunità locali del loro centro educativo, ma ha anche ripercussioni sul sistema dei trasporti e sulle infrastrutture stradali, che già soffrono di un forte carico.
Ripercussioni sul Diritto allo Studio e Appello al Governo
I sindacalisti sottolineano che i tagli al personale scolastico rappresentano una seria minaccia al diritto allo studio degli studenti campani, rischiando di compromettere la qualità dell’istruzione e l’equità nell’accesso. La scuola, affermano, deve rimanere un presidio sul territorio per garantire sicurezza, apprendimento e coesione sociale.
Di fronte a questi rischi, Sgambati e Vannini lanciano un appello al Governo affinché riveda le decisioni sui tagli, evitando di penalizzare le fasce più vulnerabili della popolazione e riconoscendo il ruolo centrale dell’istruzione per un futuro più equo e solidale.