Dopo oltre 35 anni di occupazione abusiva, un edificio nel quartiere Savorito di Castellammare di Stabia è finalmente sgomberato. Originariamente destinato a essere una scuola, l’edificio era stato trasformato in nove appartamenti, con i residenti che si erano allacciati illegalmente alle reti elettriche e idriche. Questa situazione, tollerata per decenni, si svolgeva in un contesto problematico, noto per episodi di criminalità legati alla camorra e allo spaccio di droga.

L’Occupazione Abusiva e la Situazione nel Quartiere
L’edificio, situato in viale Don Bosco e noto come Centro Sociale Savorito, era di proprietà del Comune. Nove famiglie, per un totale di circa trenta persone, inclusi quattro minori, avevano occupato abusivamente l’immobile. Tra gli occupanti c’erano diversi pregiudicati e persino un uomo agli arresti domiciliari, la cui residenza ufficiale era uno degli alloggi abusivi. La zona, soprannominata il “bronx” della periferia di Castellammare di Stabia, è spesso al centro delle cronache per eventi di criminalità e sfide alle autorità.

Le Operazioni di Sgombero
Le operazioni di sgombero, concluse dopo tre giorni di attività, sono condotte con una gestione tranquilla dell’ordine pubblico, nonostante le proteste e le resistenze degli occupanti. Gli interventi sono eseguiti da un’unità interforze composta da polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale, sotto il coordinamento di Amalia Sorrentino, dirigente del commissariato di polizia stabiese.

Il processo è pianificato meticolosamente durante due riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presiedute dal prefetto di Napoli, con la partecipazione della commissione straordinaria del Comune. I decreti di sequestro preventivo, emessi dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura, avevano come obiettivo di porre fine alla lunga occupazione abusiva.

Dichiarazioni della Procura
Il procuratore Nunzio Fragliasso ha spiegato in una nota che lo sgombero era l’unico modo per eseguire concretamente ed effettivamente il sequestro preventivo, ponendo fine a un reato di occupazione abusiva che si protraeva da anni. L’immobile, infatti, non era destinato a civili abitazioni, rendendo necessaria l’azione per ripristinare la legalità.