L’area dell’antica Pompei, arricchita dai nuovi scavi in corso nella Regio IX, apre le porte ai visitatori desiderosi di vivere da vicino l’emozione del ritrovamento archeologico e comprendere il lavoro accurato degli studiosi impegnati sul campo. La Soprintendenza Archeologica di Pompei ha proposto al pubblico la possibilità di partecipare a visite guidate sui cantieri di scavo, un’occasione unica per immergersi nell’atmosfera delicata e appassionata degli archeologi che lavorano nell’area. A partire dal 3 gennaio, dal lunedì al venerdì alle 11 del mattino, i visitatori potranno prenotare questa esperienza chiamando il numero 3272716666. Gruppi di 15 persone saranno accompagnati dal personale del cantiere che illustrerà i principali ritrovamenti e gli ambienti che stanno emergendo, spiegando anche la metodologia di scavo adottata.
Le ricerche nella Regio IX di Pompei sono iniziate nel febbraio 2023 in un’area estesa di circa 3.200 metri quadrati, corrispondente a un intero isolato dell’antica città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Questo progetto fa parte di un’ampia strategia volta a risolvere le problematiche idrogeologiche e conservare i fronti di scavo tra la parte già esplorata e quella ancora sepolta della città antica, un’area che costituisce quasi un terzo dell’intero abitato antico.
Lo scavo in questa zona della Regio IX, lungo via di Nola, avviato nel 1888 ma interrotto poco dopo. Dopo oltre un secolo, è ripreso, restituendo alla luce due case ad atrio, parzialmente indagate nel XIX secolo, costruite nell’età Sannitica e trasformate in officine produttive nel I secolo d.C.
Una delle case mostra una fullonica, una lavanderia con banconi per il lavaggio e la tintura degli abiti, mentre l’altra è un panificio con forno e spazi dedicati alla lavorazione dei prodotti alimentari.
Nel corso degli scavi sono emersi anche i resti ossei di tre vittime dell’eruzione, tre pompeiani in cerca di salvezza, ma trovati sotto i crolli dei solai. Le indagini hanno rivelato condizioni di schiavitù per le persone coinvolte nei lavori e per gli asini utilizzati per macinare il grano per il pane. Gli ambienti scoperti presentano una disposizione angusta, senza finestre sull’esterno e con piccole aperture per la luce, mentre nel pavimento sono visibili intagli per guidare gli animali bendati che lavoravano al mulino.
Inoltre, è emerso un affresco raffigurante una natura morta, simile a una moderna “pizza”, con una focaccia piatta come base per vari frutti, tra cui un melograno e forse un dattero.