Per l’agguato a Sant’Anastasia, in cui sono rimasti feriti una bambina di 10 anni, colpita alla testa, ed i suoi genitori, tutti estranei agli ambienti criminali, ci sono due fermati un 19enne ed un 17enne. Il maggiorenne, arrestato per primo, ha precedenti per detenzione di armi e stupefacenti. E’ residente a Somma Vesuviana e il padre, nel 2014, finì raggiunto da un provvedimento cautelare in quanto ritenuto affiliato al clan camorristico D’Avino, operante proprio sul territorio di Somma Vesuviana. Il 17enne si è presentato dai carabinieri accompagnato dal suo avvocato quando già era spiccato per lui un provvedimento di fermo. Il padre rimase ucciso in un agguato di camorra a Somma Vesuviana. Anche quest’ultimo era legato ai D’Avino.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l’agguato sarebbe una sorta di vendetta meditata dopo che i due giovani erano cacciati dal bar, verso i quali sono indirizzati i colpi di mitra, poco prima.

“Il cerchio si stringe. Ci auguriamo che a stretto giro si riescano a ricostruire tutte le dinamiche e che i colpevoli vengano condannati duramente per tentata strage e che si verifichi la provenienza delle armi. Dato che entrambi, anche per questioni familiari, sono legati al Clan D’Avino, magari è stato proprio esso a consegnare le ormai ai due.”- dichiara il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che sin dalla notte sta seguendo la vicenda anche per sincerarsi delle condizioni della bambina ferita e anche durante la notte è stato all’ospedale Santobono.