Dall’alba del Lunedì in Albis e per tutto il giorno, Somma Vesuviana è attraversata da centinaia di battenti, i fedeli vestiti in tuta bianca in pellegrinaggio al Santuario di Madonna dell’Arco. Sabato prossimo, cominceranno i “Riti della Montagna”, con il “Sabato dei Fuochi”, un’altra festa popolare che prevede, fino al 3 maggio, la salita in Montagna delle paranze di canto popolare di tutti i borghi pedemontani del Monte Somma. Ma la città non chiuderà i suoi festeggiamenti, perché l’11 maggio sarà luogo di accoglienza del Giro D’Italia. È perciò soddisfatto il sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno.
E Rosalinda Perna, assessore alla Cultura: «Il periodo dei festeggiamenti inizia e finisce con una corona di fuochi. Questi ultimi sono accesi per celebrare il ritrovamento della testa lignea della Madonna del Castello, oggi esposta presso il Santuario Mariano di Santa Maria a Castello. La scultura originale della statua era portata a Somma Vesuviana da Carlo Carafa nel 1622. Nel 1631, il paese finì colpito da un’importante eruzione del Vesuvio. La statua andò dispersa e il popolo andò alla ricerca recuperandone la testa.
È una festa davvero emozionante: balli, canti, tammurriate, pellegrinaggio al Santuario di Castello, l’affascinante canto “a figliola”, la serenata alla donna amata, la preparazione della pertica dal mattino presto, l’accensione dei fuochi in ricordo dell’eruzione del 1631. Tutto ha inizio con le celebrazioni del 15 alla Cappella della paranza dello Gnundo e al Santuario».