La violenza nelle carceri italiane continua ad essere una problematica diffusa e preoccupante, come dimostra l’ennesimo episodio di scontri tra detenuti verificatosi nella casa circondariale di Salerno. Secondo il Sappe, sindacato autonomo della polizia penitenziaria, alcuni detenuti si sono picchiati nella sala avvocati del carcere, mentre tre avvocati e due detenuti erano presenti per i colloqui con i familiari. Il fatto che la violenza sia scoppiata proprio in una zona del carcere dove dovrebbe vigere una particolare vigilanza, rappresenta una situazione di grande allarme e sottolinea la necessità di adottare misure concrete per garantire la sicurezza del personale penitenziario e dei detenuti.

«Alcuni detenuti sono venuti alle mani mentre erano nella sala avvocati del carcere», spiega Tiziana Guacci, segretario regionale campano del Sindacato autonomo polizia penitenziaria. «Erano tra l’altro presenti – aggiunge – tre avvocati e due detenuti che, per ragioni di divieti di incontro, stavano facendo i colloqui con i familiari. In un attimo è successo di tutto, e ad avere la peggio è stato un poliziotto penitenziario, rimasto contuso dopo essere intervenuto per dividerli. A lui va tutta la solidarietà del Sappe, pur nella consapevolezza che non può e non deve pagare sempre e solo la Polizia penitenziaria (che presta servizio senza alcun strumento di difesa utile a garantire la stessa incolumità fisica) le costanti ed anzi crescenti tensioni penitenziarie».