migliaia di studenti e attivisti si sono riuniti per lo sciopero globale per il clima. In Italia, una manifestazione si è svolta a Napoli, dove i partecipanti hanno occupato simbolicamente uno spazio dell’Università Federico II, aprendo l’ex caffetteria della sede centrale dell’ateneo partenopeo. Da questa occupazione è nato il laboratorio ecologista autogestito ClimaX, che mira a portare l’attenzione sulla crisi climatica e sulla necessità di contrastarla con tutte le forze disponibili.
Secondo gli attivisti di Fridays for Future Napoli, ClimaX è un nuovo spazio che serve a rimettere al centro la battaglia contro la crisi climatica e la necessità di proteggere l’ambiente. La crisi climatica è una minaccia per la nostra specie e per il nostro pianeta, e dobbiamo fare tutto il possibile per contrastarla. Gli attivisti hanno affermato che la loro occupazione non è puramente simbolica, ma che esiste un collegamento con la pressione figlia del mondo accademico che ha portato al suicidio di Diana Biondi. «Il nostro ingresso all’università non è puramente simbolico: è notizia di pochi giorni l’ennesimo suicidio, quello di Diana Biondi, legato alla pressione figlia del mondo accademico: pretendiamo spazi di cura per noi stessi, per la nostra generazione vessata da un sistema che ci impone competitività e performatività», continuano gli attivisti, annunciando una due giorni di attività alla Federico II per lunedì e martedì.
Gli attivisti hanno quindi chiesto spazi di cura per se stessi e per la loro generazione, che sono vessati da un sistema che impone competitività e performatività. La due giorni di attività alla Federico II è stata organizzata per lunedì e martedì, durante la quale verranno svolte attività per sensibilizzare sulla crisi climatica e sulla necessità di agire per proteggere l’ambiente.