La recente indagine Inapp “Plus” ha rilevato che metà degli occupati in Italia lavora in orari “antisociali”, ovvero considerati “sfasati” rispetto agli orari diffusi tra la maggioranza della popolazione. In particolare, il 18,6% dei dipendenti lavora sia di notte che nei festivi e il 19,3% lavora anche la notte, ma non di sabato o festivi. Gli uomini tendono a lavorare di notte e nel fine settimana, mentre le donne lavorano principalmente il sabato o i festivi. Inoltre, la Survey ha evidenziato che il 15,9% dei dipendenti svolge straordinari non retribuiti, con gli uomini che sono maggiormente interessati rispetto alle donne. L’8,1% degli intervistati ha dichiarato di non poter rifiutare di svolgere questo extra lavoro.
Il rapporto “Plus” ha anche sottolineato la rigidità della regolazione dei tempi di vita e di lavoro, confermata dai permessi: il 21,3% degli occupati non può o non vuole prendere permessi per motivi personali, il 54,8% può prenderli e il restante 23,9% può modulare l’impegno lavorativo. Gli uomini hanno maggiore autonomia, mentre per le donne emerge la pressione di un contesto che scoraggia l’utilizzo dei permessi. Soprattutto gli autonomi che lavorano in condizioni di para-subordinazione dichiarano che non sono previsti permessi o che non è ben visto prenderli.
In sintesi, l’indagine “Plus” evidenzia una situazione difficile per gli occupati italiani, che spesso lavorano in orari “antisociali” e svolgono straordinari non retribuiti, in un contesto di rigidità nella regolazione dei tempi di vita e di lavoro. Questi dati dimostrano la necessità di una maggiore attenzione ai diritti dei lavoratori e a una più equa distribuzione dei carichi di lavoro.





